L'ex procuratore e deputato si schiera contro l'avanzamento di carriera del poliziotto che inneggiò su Facebook al fascismo e al nazismo. Anche Galusero molto critico
BELLINZONA - “Una promozione scandalosa!”. Non usa mezzi termini Jacques Ducry nel commentare l’avanzamento di carriera del poliziotto che inneggio su Facebook al fascismo e al nazismo, subendo una condanna penale. Un caso che ha aperto un ampio dibattito nell’arena politica, e nel Paese, tra favorevoli e contrari.
Ieri abbiamo pubblicato la presa di posizione di Michele Sussigan, commissario capo e già già presidente della Federazione svizzera funzionari di polizia. Sussigan ha difeso il collega e la promozione a sergente maggiore decisa dal Governo.
Di parere opposto, come detto, il deputato Ducry che si unisce allo sconcerto espresso dalla Comunità ebraica svizzera al ministro Norman Gobbi. Intervistato dalla Regione, l’ex procuratore pubblico afferma: “Gli agenti promettono fedeltà alla Costituzione ticinese che promuove la tolleranza. Ognuno è libero di avere le proprie idee, ma deve essere coerente con il ruolo svolto e la coerenza, a questo proposito, deve dimostrarla anche l’autorità di nomina, vale a dire il governo. La promozione? È scandaloso, perché così facendo si banalizzano le camere a gas”.
A fargli eco, sempre dalle colonne del quotidiano bellinzonese, anche Giorgio Galusero, deputato PLR ed ex poliziotto della cantonale: “Il fatto stesso che l’agente in questione abbia scritto quello che ha scritto su Facebook dopo almeno 25 anni di carriera è, a mio avviso, un’aggravante che peggiora e non assolve le frasi penalmente giudicate. Resto perplesso perché non si può far finta di niente. Anche se sono passati due anni restano cose che un poliziotto non dovrebbe fare. La promozione vuol dire anche responsabilità verso altri agenti. Oltretutto stiamo parlando di un agente con una lunga attività di servizio alle spalle. Non si tratta di un giovane, diciamo così, un po’ esaltato e sopra le righe”.