Il presidente del PPD parla anche della sua possibile esclusione dalla corsa: "Il mio modo di far politica può aver causato qualche malumore..."
BELLINZONA - “È normale che qualcuno voglia evitare la mia candidatura, per favorire magari altre persone, ma non è la presenza o meno del mio nome sulla lista la questione principale del PPD”. Firmato Fiorenzo Dadò.
Il presidente del PPD conferma indirettamente l’indiscrezione lanciata ieri dalla Regione, secondo la quale la maggioranza della Commissione Cerca starebbe pensando di escluderlo dalla cinquina azzurra che sarà chiamata a difendere il seggio in Governo alle prossime elezioni cantonali. Dadò si è espresso in una lunga intervista al quotidiano bellinzonese e, seppur tra le righe, non ha mancato di lanciare qualche stilettata a chi pensa di lasciarlo in panchina.
“È normale - afferma il numero uno degli azzurri - che quando si preparano le liste ci siano candidature che vengono preferite ad altre e ci sia chi vorrebbe favorire qualche candidato. Non è un mistero che il mio modo di fare politica schietto su alcuni temi può aver causato qualche malumore. Quando ti schieri contro degli interessi economici come, ad esempio, la speculazione sui bordelli e lo sfruttamento della prostituzione, ti fai dei nemici”.
Dadò, in ogni caso, precisa di non aver ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura: lo farà nelle prossime settimane. Il presidente, per contro, ha le idee chiarissime sul tipo di lista che il PPD dovrà presentare: “Una lista molto forte, il più forte possibile. Una lista combattiva, con dei profili forti, perché, come si è già visto, sarà una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Se non si farà così, il rischio per il partito di prendere una batosta è serio. È quello che auspicano gli avversari”.