Nonostante l'esclusione da parte della Commissione Cerca, l'ex presidente pronto ad andare davanti alla Direttiva: "Agli elettori va concessa una reale possibilità di scelta"
MENDRISIO - Giovanni Jelmini non molla. L’ex presidente del PPD, uno dei grandi esclusi dalla lista degli azzurri per il Consiglio di Stato, intende portare la propria candidatura davanti alla Direttiva del partito.
La Commissione Cerca pipidina, come anticipato da Liberatv, ha terminato oggi il proprio lavoro scegliendo come candidati per il Governo Paolo Beltraminelli, Michele Rossi, Elia Frapolli, Raffaele De Rosa e Alessandra Zumthor. Una scelta che dovrà ora passare il vaglio della Direttiva del partito, del Comitato cantonale e del Congresso. Tanti, si deceva, gli esclusi eccellenti, dal procuratore pubblico Nicola Respini a Fabio Bacchetta Cattori. E Jelmini, appunto.
Ma l'ex presidente, come detto, non intende demordere: “Sollecitato da alcuni amici che vogliono conoscere la mia posizione rispetto alle prossime elezioni cantonali - ha scritto su Facebook Jelmini - desidero fare il seguente chiarimento. Lo scorso mese di settembre, la Commissione cerca del PPD mi ha chiesto la disponibilità a figurare sulla lista per il CdS. Incoraggiato dagli stessi amici e non riuscendo a cancellare la passione per la politica e l’affetto per questo territorio e la sua gente, ho comunicato alla Commissione cerca la mia decisione di mettermi nuovamente in gioco”.
“Visto il convincimento che ho raggiunto in queste ultime settimane e allo scopo di dare un contributo al mio partito in un momento di difficoltà - ha aggiunto l'ex deputato - intendo confermare la mia disponibilità anche di fronte al prossimo organo direttivo del PPD. Ho sempre creduto - e le liste sotto la mia presidenza lo confermano - che agli elettori debba essere concessa una reale possibilità di scelta per designare i propri governanti. Per questo, ritengo che tutti i partiti debbano presentare liste competitive in grado di stimolare la partecipazione al voto che è il sale della democrazia”.
Chiusura del post con una citazione dotta di Seneca: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili.”