POLITICA E POTERE
"Nemmeno un voto a chi svende la Svizzera". La rabbia della Lega per il sì al miliardo di coesione
"Atteggiamento scandaloso e indegno, atto di bieco servilismo di cui vergognarsi", scrive il partito in una dura nota
POLITICA E POTERE

Il Nazionale dice sì al miliardo di coesione

18 MARZO 2019
POLITICA E POTERE

Il Nazionale dice sì al miliardo di coesione

18 MARZO 2019

LUGANO – La prima reazione al sì al miliardo di coesione da parte del Consiglio Nazionale, per quanto riguarda la politica ticinese, arriva dalla Lega. “Il triciclo PLR-PPD-PSS alla Camera del popolo ha stabilito che la Svizzera “deve” versare il pizzo da 1.3 miliardi alla fallita Unione europea. La quale, per tutto ringraziamento, ci ricatta e ci discrimina: basti pensare che solo la scorsa settimana l’UE ha pretestuosamente deciso di mantenere il nostro Paese iscritto nella lista grigia dei paradisi fiscali”, si legge in una nota che invita il popolo a tener conto di queste decisioni al momento di votare.

“Sicché, mentre le casse dell’AVS, a dire dell’establishment, languono, la partitocrazia decide di regalare 1.3 miliardi dei cittadini a Bruxelles. Senza alcuna contropartita, senza che sussista alcun obbligo, ma soltanto “per oliare” (Consigliere agli Stati Filippo Lombardi, PPD, dixit) i rapporti tra Svizzera ed UE. La Lega dei Ticinesi reputa questo atteggiamento scandaloso ed indegno. L’ennesimo atto di bieco servilismo di cui ci si può solo vergognare”, attacca il Movimento di via Monte Boglia.

“Per l’ennesima vola, il triciclo PLR-PPD-PSS si è inginocchiato davanti all’UE. Evidentemente l’attuale classe politica (?) non sa fare altro. C’è dunque da attendersi il peggio in vista della decisione sul tema, centrale per il futuro della Svizzera, dell’Accordo quadro istituzionale: un abominevole trattato coloniale, a cui PLR e PSS sono corsi a dare la propria adesione, che ci trasformerebbe in un baliaggio di Bruxelles, facendo strame della nostra sovranità, della nostra autonomia, del federalismo e dei diritti popolari. In breve, l’Accordo quadro sancirebbe la fine di quei valori svizzeri che la partitocrazia in periodo elettorale afferma di voler difendere; ma poi, quando c’è da venire al dunque, fa l’esatto contrario”, è il timore.

Dopo aver sottolineato il no votato dai due leghisti Quadri e Pantani e da Chiesa, si chiede che “vista l’imminenza di importanti appuntamenti elettorali, non solo cantonali ma anche federali, i cittadini ticinesi riflettano sull’atteggiamento, reiterato, dei partiti sedicenti “storici” e dei loro rappresentanti nelle istituzioni sui temi decisivi per il futuro del nostro Paese. Nemmeno un voto a chi sistematicamente svende la Svizzera ad esclusivo vantaggio di pochi privilegiati ed a tutto danno della stragrande maggioranza dei cittadini elvetici!”

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