POLITICA E POTERE
Legge sulle armi, Rocco Cattaneo: "Nessuno verrà disarmato, ma il rischio è di uscire dagli accordi di Schengen"
Il consigliere nazionale: "Sostenere che l’Unione Europea ci priverà del dritto di detenere armi è assolutamente demagogico"
TiPress/Carlo Reguzzzi
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di Rocco Cattaneo *

 

Gli oppositori alla revisione della legge federale sulle armi, in votazione il 19 maggio, sostengono che si tratta di una misura inutile e liberticida. Io ritengo invece che non lo sia, in quanto lo scopo non è limitare la libertà dei cittadini, ma unicamente aumentare la trasparenza e la rintracciabilità delle armi semiautomatiche dotate di grandi magazzini, vale a dire di caricatori in grado di contenere molti proiettili.

Si tratta di armi molto pericolose, perché sono facilmente trasformabili in automatiche: bastano piccole modifiche tecniche che qualsiasi armaiolo è in grado di effettuare.

 

Grazie alla modifica legislativa ci sarà maggiore informazione e di riflesso le nostre forze di polizia potranno intervenire in modo più tempestivo quando necessario.

Questo non significa che i cittadini verranno privati della libertà di detenere o di acquistare queste armi: si potrà comprarle come oggi, ma occorrerà  un’autorizzazione specifica che verrà rilasciata dai singoli Cantoni.

 

Gli oppositori sostengono inoltre che questa revisione legislativa discende da un Diktat europeo nei confronti della Svizzera. A questo proposito ricordiamo che il popolo svizzero ha accettato di aderire agli Accordi Schengen/Dublino e che, in base a questi Accordi abbiamo due anni di tempo per adattare le nostre leggi attraverso il consueto iter legislativo, fino al referendum. Ed è quello che è stato fatto. La Svizzera rimane dunque assolutamente sovrana nelle proprie decisioni.

 

Sostenere che l’Unione Europea ci priverà del dritto di detenere armi è assolutamente demagogico. Se la revisione in votazione il 19 maggio verrà approvata, nessuno verrà disarmato. Durante i lavori parlamentari abbiamo reso le modifiche della legge il più possibile conformi alla cultura e alle tradizioni svizzere sulle armi. Il risultato è che i tiratori potranno continuare a praticare le loro discipline e i militi potranno portare a casa la propria arma d’ordinanza come finora. Inoltre, i cacciatori non sono toccati in nessun modo da questa revisione.

 

Ma al di là delle tesi populiste che imperversano in questa campagna in vista della votazione popolare, occorre considerare anche la posta in gioco. Ebbene, se il 19 maggio vincesse il “NO”, il grande rischio è quello che la Svizzera sia estromessa dagli Accordi Schengen/Dublino.  In gioco ci sono i benefici che il nostro Paese trae da questi Accordi, soprattutto in termini di sicurezza: il Sistema informativo di Schengen é infatti fondamentale per il lavoro delle nostre forze di polizia.

 

Un esempio: in tempo reale è oggi possibile verificare se un sospetto criminale avvistato sul nostro territorio è già stato segnalato e registrato in qualcuno degli altri 25 Stati membri dell’Unione europea. L’efficacia del sistema è garantita: ogni giorno vengono effettuate dal nostro paese oltre 300.000 ricerche nel sistema e solo nel 2018 ci sono stati 19.000 riscontri positivi. Inoltre l’accordo di Dublino ci ha permesso finora di gestire il flusso di migranti verso la Svizzera in modo molto vantaggioso. Senza di esso saremmo invasi da richieste d’asilo.

 

A questo punto dobbiamo chiederci, in modo pragmatico e ragionevole: quale dei due aspetti peserebbe di più sulla nostra società? Le proposte modifiche marginali alla Legge sulle armi oppure il rischio di perdere tutti i benefici derivanti da Schengen/Dublino? Personalmente non ho dubbi: votare SI è la migliore opzione.

* consigliere nazionale PLR

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