Interviene anche la Lega: “Il partito socialista, sedicente difensore delle donne, compie l’ennesima giravolta a 180 gradi e si oppone all’istituzione della CPI adducendo pretesti ridicoli. E il PLR è in balia dell'area 'radico-socialista"
BELLINZONA – Per la Lega, la decisione di non istituire la CPI sugli abusi al DSS, che, precisa in una nota, sono stati “commessi da un eyx funzionario PS del DSS, e forse coperti dal suo superiore pure PS”, è “scandalosa”. E il Movimento di via Monte Boglia attacca PS e PLR.
“Il partito socialista, sedicente difensore delle donne, compie l’ennesima giravolta a 180 gradi e si oppone all’istituzione della CPI adducendo pretesti ridicoli: evidentemente solo perché gli inchiestati sono suoi esponenti. Si fosse trattato di leghisti… Come sempre a sinistra, vige il sistema dei due pesi e delle due misure”.
Non viene risparmiato, appunto, il partito liberale che “si schiera ancora una volta con il PS, a dimostrazione che l’ex partitone è ormai completamente in balìa dell’ala “radico-socialista”, e decreta l’insabbiamento dell’inchiesta parlamentare su reati meschini. Quando si dice la coerenza: le esponenti della sinistra presentano grottesche interrogazioni parlamentari sulle “tutine da ginnastica sessualizzanti” (a Politicamente Corretto, ndr) e poi, per motivi partitici, si oppongono all’istituzione di una CPI per far luce su gravi reati a sfondo sessuale che vedono coinvolta l’amministrazione cantonale”.
“Inutile dire che dalle signore che manifestano vestite di viola per i diritti delle donne non giunge alcun commento sulla riprovevole votazione parlamentare (il collettivo Io l’8 ogni giorno ha fatto un comunicato, ndr): si vede che anche la dignità della donna si afferma solo a seconda della convenienza partitica. Ancora una volta, grazie al tandem PS-PLR, prevalgono la doppia morale e l’insabbiamento. Si spera per lo meno che gli elettori, e soprattutto le elettrici, ne prenderanno buona nota”, termina la nota.