"Io l'8 ogni giorno" chiedeva di far luce su eventuali responsabilità "senza farsi frenare da logiche di vicinanza politica e/o personale". Il democentrista: "Serviva la CPI per capire cosa non ha funzionato e prevenire altri scandali"
BELLINZONA – Le donne del Collettivo Io l’8 ogni giorno si sono lamentate del voto di ieri che non ha consentito l’istituzione di una CPI sul caso degli abusi nel DSS. “Se la classe politica vuole veramente schierarsi al fianco delle vittime e mettere fine all’impunità generalizzata di cui godono gli autori di violenze, è suo dovere far luce su eventuali responsabilità, a vari livelli, dei funzionari dirigenti coinvolti, senza farsi frenare da logiche di vicinanza politica e/o personale nei loro confronti. Particolarmente grave è il fatto che, in questo particolare episodio, a essere accusati di eventuali negligenze e omertà siano proprio dei funzionari attivi nell’ambito della protezione dei giovani e delle vittime”, hanno scritto.
E a concordare con loro ci ha pensato Tiziano Galeazzi, deputato UDC. “Hanno ragione queste associazioni.(tra cui anche di sinistra) Anch io ho votato SI per una CPI, affinchè si potesse capire quanto non ha funzionato e prevenire altri scandali del genere nel più grande datore di lavoro ticinese: l'Amministrazione cantonale”, ha spiegato.
“Comunque queste associazioni dovrebbero chiedere spiegazioni proprio al PLRT (specie ad alcune deputate Donne) e ai Socialisti (sensibili a questi temi!! Oh!!)”. Come Dadò, condanna le reazioni: “Dopo il voto e bocciatura, se la ridevano pure e qualche maschietto ha pure cantato/scritto: È stata una "vittoria di gruppo". Qualcuno in aula ha pure applaudito per l'affossamento, come se fosse stato in uno stadio a veder la propria squadra vincere!! Un'indecenza non degna di un Parlamento. Sono rimasto schifato! Vergogna!”.