POLITICA E POTERE
"Una data da ricordare", la Lega: "L'avevamo detto, sprecati sette anni di tempo tra costosi tiri e molla"
Il Movimento di via Monte Boglia: "È l’ultimo e inevitabile passo di un Governo che per un decennio ha tentato con tutti i mezzi di far passare un elefante dal buco della serratura"

LUGANO - La Lega è soddisfatta: l'accordo quadro non sarà siglato. "Quanto la Lega dei Ticinesi ha da sempre detto e ripetuto oggi si è puntualmente e finalmente verificato: l’Accordo istituzionale tra la Svizzera e l’UE non s’ha da fare", esulta.

"Peccato che si sono sprecati qualcosa come 7 anni di tempo in inutili e costosi tira e molla tra Berna e Bruxelles. Era infatti sotto gli occhi di tutti che quanto ci chiedeva l’UE era incompatibile con la nostra autonomia e sovranità, oltre che danneggiare le lavoratrici e i lavoratori residenti in Svizzera a favore di una pericolosa e ulteriore ondata migratoria verso il nostro paese", prosegue il Movimento di via Monte Boglia, che ritiene "la decisione odierna del Consiglio federale doverosa".

"È però solo l’ultimo e inevitabile passo di un Governo che per un decennio ha tentato con tutti i mezzi di far passare un elefante dal buco della serratura", insiste.

Cosa aspettarsi dal futuro? "L’insuccesso delle trattative con Bruxelles ora deve spianare la strada a un altro tipo di rapporto con il nostro importante partner commerciale, riconoscendo in modo netto la sovranità della Svizzera e la sua forza contrattuale. Finalmente il Consiglio federale riconosce che ci sono interessi essenziali per la Svizzera che l’Accordo istituzionale ledeva. Questi riguardano la protezione dei salari – già ampiamente compromessi in Ticino! – i punti ancora aperti nella direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE e gli aiuti di Stato. Ma soprattutto le imposizioni sull’allineamento automatico delle nostre leggi ai dettami di Bruxelles e Tribunali con giudici stranieri a decidere in casa nostra".

Il 26 maggio 2021 sarà per la Lega una data da ricordare. "Sembravamo essere all’inizio di tutto questo annoso dibattito il bambino della fiaba di Andersen che da solo aveva avuto il coraggio di dire apertamente che “Il re è nudo”. Ora anche la maggioranza del Consiglio federale si è accorta che l’Accordo quadro istituzionale, ma soprattutto l’arroganza dei funzionari e dei diplomatici europei nel non considerare le peculiarità della Svizzera, non potevano più essere assecondate".

L'augurio è "che il nostro Governo sia in grado di far valere la sua posizione in una nuova via bilaterale, mettendo sempre in prima linea gli interessi dei cittadini svizzeri, dei nostri lavoratori, delle nostre aziende, a sostegno delle nostre capacità e della nostra sovranità nazionale". 

 

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