Il rapporto di Galeazzi alla mozione di Schnellmann,a seguito del ritiro della stessa, è stato trasformato a sua volta in mozione. Viene anche chiesto che la task force trovi un interlocutore all'interno del CSOA, "da loro ascoltato e credibile"
LUGANO - L'UDC torna alla carica a livello cantonale sui molinari. A seguito del ritiro della mozione da parte del deputato Fabio Schnellmann (PLR), il gruppo ha deciso di trasformare il rapporto di Tiziano Galeazzi riguardante quella mozione ormai ritirata in una nuova mozione.
Il gruppo ritiente che dopo la manifestazione non autorizzata dello scorso 5 giugno, "l’autogestione risulta ora non più essere un problema puramente luganese ma di interesse cantonale. Per questa ragione nella scorsa seduta di Gran Consiglio l’UDC aveva proposto e ottenuto il rinvio del dossier alla commissione. Ora, l’UDC come partito non di governo e perseguendo la via che fin dall’inizio abbiamo scelto, tramite la nuova mozione di Tiziano Galeazzi e cofirmatari chiede delle linee chiare sulla futura gestione dell'incarto. In particolare chiede che il governo istituisca una task force con dei punti operativi precisi (vedi mozione) e che cerchi un'alternativa di localizzazione dell’autogestione cantonale, che non sia per forza nel Comune di Lugano", si legge in un comunicato allegato alla mozione.
Dopo varie pagine in cui viene presentato il contesto, l'UDC spiega che ciò che chiede al Consiglio di Stato, con l'atto parlamentare di Galeazzi, è "un'alternativa di localizzazione dell’autogestione cantonale, se non reperibile da privati, che non sia per forza nel Comune di Lugano, ma che il raggio di ricerca sia all'interno dei confini cantonali ticinesi"
Come già anticipato qualche giorno fa, i democentristi vorrebbero la definizione di "una più incisiva “task force” che determini: gli obiettivi da raggiungere con tutte le parti coinvolte, un metodo di approccio e di lavoro del gruppo e la sua composizione per ruoli di competenza (incluso un mediatore), un perimetro di negoziazione: come e chi entrerà in questo lavoro negoziale, l’identificazione di un interlocutore all’interno degli autogestiti che possa rappresentare il CSOA e che sia da loro stessi riconosciuto, ascoltato e credibile, un piano di scadenza (Zeit plan) dei lavori e il termine ultimo per una sistemazione definitiva, un preventivo dei costi della negoziazione e della task force, i margini di manovra finanziaria dei negoziatori (compresa la sistemazione definitiva eventualmente trovata), un piano degli oneri finanziari futuri e come verranno divisi dalle parti coinvolte".
Un altro punto è quello di mettere in chiaro "chi paga cosa e a chi: dunque, la regolarizzazione della mescita, per esempio. Tra Istituzioni Cantonali: come verrà organizzata la comunicazione verso l’interno delle istituzioni cantonali e verso l’esterno cioè media e popolazione? Si chiede l’aggiornamento costante sui lavori della task force da parte del Governo alla
Commissione Sanità e sicurezza sociale, mentre per tutti gli oneri finanziari alla Commissione Gestione e finanze". Infine, si chiede di "definire un nuovo regolamento/convenzione ben strutturato e giuridicamente valido tra Cantone, autogestisti".