Aveva firmato il rapporto unico con Ghisletta, ora tutto torna in discussione. Sul piano comunale, chiesto dai capogruppo di tutte le forze politiche un incontro col Municipio. Il democentrista preoccupato per il sostegno socialista ai molinari
LUGANO - E ora, che cosa farà la politica in merito agli autogestiti? Il rapporto commissionale in merito alla mozione Schnellmann in Gran Consiglio è stato rimandato alla Commissione, in una seduta surreale per l'uscita dell'aula della Lega. Era stato il frutto di un accordo inusuale tra destra e sinistra, che ora rischia di saltare. Del tema abbiamo parlato con Tiziano Galeazzi, che assieme a Raoul Ghisletta era firmatario del rapporto stesso.
In primis, il democentirsta è in ansia per la situazione. "Sicuramente sono preoccupanti queste manifestazioni, oltretutto non autorizzate. Inoltre i toni si sono alzati e questo di certo non fa bene all'immagine della città. A preoccupare sono ora anche i sostegni da parte di alcuni partiti politici che approfittando della situazione, cercando lo scontro politico, portando il problema non più sul "tema autogestione" ma sulla sfida ideologica. Questo non aiuta a ripristinare l'ordine ma evidenzia l'ennesima logica del confronto partitico". Il riferimento è al PS.
Per Galeazzi, "oggi il tema che dovrebbe essere affrontato è semplice. Vogliamo un'autogestione senza regole civili e quindi liberi di fare quel che vogliono, oppure un'autogestione che rispetti lo stato di diritto, le regole civili che tutti noi cittadine e cittadini siamo quotidianamente chiamati a seguire? L'UDC sezione di Lugano su questa riflessione ha lanciato un'Iniziativa popolare (ala raccolta firme è ancora in corso): non rifiuta un'aggregazione autonoma e indipendente, purché rispetti la legge, i doveri e i diritti come qualsiasi altro. L'anarchia non paga e non va tollerata".
"Domani sabato 5 giugno vedremo se in piazza della Riforma a Lugano, come annunciato, vi saranno o meno delle ulteriori conseguenze all'ordine pubblico. Mi auguro che non si arrivi allo scontro fisico questa volta con la polizia o con la cittadinanza", è il suo auspicio. Come capogruppo dell'UDC in Consiglio comunale a Lugano, su autorizzazione degli altri capogruppo delle forze politiche del comune, ha scritto al Municipio di Lugano per chiedere un incontro urgente. "Lo scopo, oltre a uno scambio di informazioni, sarà il dialogo e la possibilità di disinnescare la situazione", ci spiega. "Dovremo tutti noi, in piena responsabilità del mandato che abbiamo ottenuto lo scorso aprile dal popolo, cercare di abbassare i toni e trovare alternative a questa situazione. Attendiamo così che l'Esecutivo cittadino ci convochi a palazzo come da noi richiesto".
E in Gran Consiglio, cosa accadrà? "Come noto, il rapporto commissionale che insieme al deputato Ghisletta avevamo stilato e firmato, è stato rinviato alla nostra Commissione. Prossimamente dovremo di nuovo chinarci sul tema e approfondire alcuni aspetti, anche alla luce dei fatti di cronaca. Vedremo come evolverà la discussione e alla fine vedremo se vi sarà ancora un unico rapporto oppure a questo giro, magari più rapporti".
Inizialmente sui social aveva scritto di essere intenzionato a ritirare la sua firma sul rapporto, ritenendo cadute le premesse per un dialogo. Oggi, a mente fredda, è deciso a "valutare la discussione e vedere se proporre o no un rapporto che probabilmente non sarà come quello precedente, nel quale con il collega Ghisletta, avevamo trovato un "accordo politico più unico che raro" tra UDC e PS. Interessante sarà vedere anche le posizioni di PLRT e PPD in questa nuova tornata di discussione commissionale. Mi auguro che nelle commissioni i colleghi della Lega partecipino cosi avremo anche la loro opinione e posizione. Auspico comunque che si possa arrivare di nuovo in aula di Gran Consiglio entro l'estate. Sarà un'impresa titanica ma abbiamo, come Parlamento, la responsabilità di parlarne e cosi anche il Governo che ha firmato la convenzione a tre (autogestiti e città di Lugano) nel 2002".