Il municipale luganese torna sul dibattito di martedì sera a Matrioska e replica all'avvocato con un parere giuridico
di Filippo Lombardi *
Con ostentata sicurezza - deridendo i sostenitori del PSE che non sarebbero buoni avvocati come lui - Fulvio Pelli ha ribadito martedì sera a Matrioska su TeleTicino la strampalata teoria secondo cui basterebbero quattro mesi (!) per avere tutte le autorizzazioni a realizzare il suo «piano B», ovvero stadio di calcio e palazzetto dello sport a Cornaredo, senza gli immobili amministrativi e residenziali. Di fronte a tanta scienza giuridica ho per un attimo dubitato io stesso di aver capito male. Mi sono rinfrancato ieri mattina parlandone con i giuristi e pianificatori comunali. I due progetti sportivi sono infatti inseriti nel Piano di quartiere approvato, che costituisce un tutt’uno indivisibile. Se il popolo respinge il concetto di Polo sportivo e degli eventi approvato all’unanimità dal Municipio e a larghissima maggioranza dal Consiglio comunale, questo Piano di quartiere decade, con tutti i contenuti previsti.
Occorre rifarne un altro, con modifiche significative su viabilità e mobilità previste, con abbandono dei previsti posteggi sotterranei e relativi accessi a favore degli attuali posteggi asfaltati in superficie e a scapito del parco pubblico previsto, con progetto rimaneggiato anche per lo stadio ed il palazzetto e via dicendo.
Ecco la risposta giuridica esatta: «La rinuncia definitiva alla realizzazione di una parte sostanziale dei contenuti di un Piano di quartiere, che è stato approvato tenendo conto del risultato urbanistico, paesaggistico e architettonico d’insieme, mette l’autorità comunale nella condizione di revocare la licenza edilizia rilasciata e di chiedere l’inoltro di un nuovo progetto planovolumetrico inteso a concretizzare gli obiettivi fissati dal Piano regolatore. Fino all’approvazione ed alla crescita in giudicato del nuovo Piano di quartiere è preclusa la realizzazione, anche parziale, di qualsiasi opera».
Un no popolare imporrebbe dunque nuovi studi, progetti, perizie e autorizzazioni per arrivare ad un nuovo Piano di quartiere, senza il quale le domande di costruzione non possono essere accolte. A ciò si aggiunge un (non facile) nuovo negoziato con i privati, un nuovo modello di finanziamento, un nuovo messaggio municipale con i suoi tempi di approvazione ed eventuale referendum, i possibili ricorsi di chi è stato escluso dalla gara perché non proponeva le torri e avrebbe ora il pieno diritto di partecipare esigendo la riapertura del concorso. Non sappiamo dire esattamente quanti anni tutto ciò richiederà, ma di sicuro non qualche mese e nemmeno un paio d’anni. Fulvio Pelli sarà sicuramente un buon avvocato in altri campi, ma qui la sua infallibilità è stata smentita. Potrei aprire sin d’ora la cassa di champagne scommessa martedì sera con lui, ma preferisco rinunciarvi a favore di un bel sì popolare al PSE il 28 novembre!
* capo Dicastero sviluppo territoriale della Città di Lugano