L'appassionato salute dell'ex consigliere nazionale: "Credo nel sistema politico di milizia, nella necessità di generare ricambio e nella volontà di costruire un nuovo capitolo della vita"
*Di Marco Romano
con la sessione delle Camere federali di settembre e le ultime sedute di Commissione tra ottobre e novembre, si chiude questa settimana il mio percorso quale Consigliere nazionale. Dodici anni di appassionante, stimolante e gratificante impegno politico nel Parlamento federale al servizio del Paese e del mio Cantone.
Ho deciso di chiudere questo capitolo della mia vita perché credo fermamente nel sistema politico di milizia (non siamo professionisti), nella necessità di generare ricambio e nella volontà di costruire un nuovo capitolo della vita, focalizzando sullo sviluppo professionale e sulla vita privata. Auguri ai neoeletti, quanto raggiunto dal Centro è un segnale chiaro!
L’ultima sessione delle Camere è stata ricca di emozioni politiche e umane. Non sono mancate le soddisfazioni con l’approvazione da parte del Consiglio nazionale -95 voti a 87 e 2 astenuti- di una mia mozione che esige che il Consiglio federale colmi quanto prima una lacuna troppo spesso ignorata: vi sono ancora lavoratrici e lavoratori che non beneficiano di un’assicurazione di perdita di guadagno in caso di malattia; colpiti da malattie pesanti rischiano di cadere rapidamente al beneficio dell’assistenza sociale. Sempre il Nazionale ha approvato -112 voti a 42 e 22 astensioni- anche una mia mozione che chiede di rendere il principio della Custodia Alternata dei figli la regola in caso di divorzi. Troppo spesso i figli diventano oggetti di dispute legali tra madri e padri che li privano, negli anni chiave dello sviluppo, della possibilità di vivere con entrambe le figure genitoriali.
Ringrazio chi mi ha sempre sostenuto e dato fiducia, le elettrici e gli elettori, il mio Partito, gli amici e la famiglia. Quante belle conoscenze ed esperienze in ogni angolo del Paese. Ho sempre apprezzato la critica costruttiva e il contraddittorio sui temi. In un mondo che corre sempre più veloce credo occorra mantenere viva la discussione sui temi quotidiani e su quelli fondamentali, dialogando nel rispetto. Il sistema politico svizzero è complesso. Nella sua genialità, coinvolge decine di migliaia di persone ad ogni livello, con maggioranze che mutano costantemente, senza mai escludersi, valorizzando la concordanza e il compromesso.
Il presente è contraddistinto da numerose grandi sfide. Penso alla necessità di trovare soluzioni per ridurre i costi della salute. Solo in questo modo sarà possibile alleggerire il peso dei premi di cassa malati che schiaccia numerose famiglie. Le possibilità ci sono, ma oggi tutti gli attori del sistema sanitario hanno il solo interesse di massimizzare le prestazioni e quindi i guadagni. Serve un meccanismo rigido di freno alla spesa come propone l’iniziativa popolare del Centro “Per un freno ai costi” che arriverà in votazione popolare nel 2024. Il contesto internazionale è molto teso. I conflitti sviluppatisi hanno effetti diretti anche sul nostro Paese. La Svizzera gode di una posizione e reputazione privilegiate. Non è stando solo passivi e rievocando tempi passati che potremo difendere le posizioni acquisite. Servono moderazione e volontà di trovare soluzioni, talvolta poco spettacolari, ma essenziali per andare avanti. Vi sono fenomeni globali che non possiamo negare né tantomeno solo fomentare. Le spirali inflazionistiche e i flussi migratori non si risolvono dall’oggi al domani, ma la Svizzera ha istituzioni e strumenti per gestirle e mitigarne gli effetti. C’è chi sceglie di cavalcare i temi, senza reale voglia di risolverli. C’è chi ci mette mano, talvolta anche dividendo le opinioni, ma con il fine di provare a smuovere qualcosa o difendere dei principi chiave.
Non ho mai pensato di fare politica “per gli applausi”. Si dice SI, ma spesso anche NO. Si cambia pure idea perché ascoltare diversi punti di vista porta arricchimento. Nessuno da solo fa maggioranza. Non tutto è (per fortuna) gestito da Berna. I Comuni e i Cantoni devono conservare responsabilità e margini di manovra.
Amo la Svizzera, ho avuto il privilegio di conoscerla nel cuore della nostra democrazia. Mi fermo con la voglia di scrivere nuove pagine di vita, ma sempre come cittadino attento e interessato.
GRAZIE di cuore, auguri per il meglio!