POLITICA E POTERE
Il Centro secondo Dadò: "Lontano dai proclami populisti e dai salotti elitari"
L'editoriale del presidente su Popolo e Libertà: "Il ruolo del Centro è quello di impegnarsi con determinazione per dare risposte chiare"
TIPRESS

di Fiorenzo Dadò (editoriale di Popolo e Libertà) *

Il 17 novembre abbiamo vinto. Con l’elezione di Fabio Regazzi al Consiglio degli Stati il Centro ha conseguito un successo straordinario, una vittoria collettiva sino a poche settimane prima impensabile. È doveroso gioire di questo momento positivo che sta vivendo il Partito dopo anni di risultati deludenti, già percepito con i buoni risultati alle cantonali e confermato alle federali. Un risultato che arriva da lontano, frutto di una miscela di elementi positivi e di anni di impegno, serietà e sacrifici, durante i quali il Centro si è profilato con dei temi vicini alla gente. La qualità dei candidati e il desiderio di rivalsa che si percepiva in questi mesi, hanno fatto il resto.

Guardare alla realtà, ma con distacco

Al di là del bellissimo risultato, le ragioni di questo trend positivo non sono di semplice lettura e sarebbe illusorio credere che la crisi che ha colpito i partiti storici negli ultimi quarant’anni sia oramai una questione del passato e che ce la siamo lasciata alle spalle. Le vittorie del momento, ancor più in politica, non vanno sovrastimate e possono nascondere delle insidiose fragilità. Senza una presa di coscienza dei cambiamenti che sta vivendo la nostra democrazia, in assenza di un’attenta lettura della trasformazione della società e dei suoi valori, nessuna compagine politica può sinceramente pensare di poter affrontare il futuro con successo e in tranquillità. Disinteresse (almeno apparente), disaffezione, scarsa partecipazione alla vita comunitaria, sfiducia nell’azione dello Stato e dei politici, seguita dalla proliferazione di movimenti popolari, sono solo alcuni dei sintomi che non vanno ignorati. Il Centro, quindi tutti noi, per quanto legittimo in questo momento, non deve limitarsi a compiacersi del buon risultato ottenuto, ma deve interrogarsi sui segnali di cambiamento, a tratti preoccupanti, sotto gli occhi di tutti e quindi, in modo autocritico, sull’efficacia della propria azione e capacità di riuscire a dare delle risposte convincenti alle preoccupazioni della comunità dei cittadini.

Il nostro ruolo, un ruolo importante per la gente

Non facciamo l’errore dei nostri predecessori che, pur con molto impegno e buone intenzioni, si sono forse accontentati di risultati elettorali alterni, attribuendo le sconfitte a fattori esogeni e passeggeri, non riuscendo a cogliere lo specchio della crisi del partito nei cambiamenti irreversibili che si stavano delineando a partire dagli anni ’80; anni in cui i valori legati ai partiti sino a quel momento ritenuti inossidabili venivano messi in discussione con la fine della guerra fredda, mentre la Svizzera subiva una forte crisi economica e in Ticino aumentava la disoccupazione. Le ragioni del successo della protesta leghista, che ha travolto il cantone e i partiti come un uragano, devono farci riflettere. I motivi che diedero linfa al movimento di Bignasca, sottovalutato e considerato erroneamente un fenomeno effimero e passeggero, non si sono esauriti con il declino della Lega, ma continuano a covare sotto la brace, pronti a riattizzarsi appena riprenderà a soffiare il vento. Il ruolo del Centro, adesso che abbiamo ottenuto un buon sostegno dalla gente, è quello di impegnarsi con sempre maggior determinazione per dare delle risposte chiare e convincenti alle preoccupazioni della gente, lontano dai proclami populisti così come dai salotti elitari, nel collaudato solco popolare.

* presidente Il Centro

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