Il Consigliere di Stato esprime solidarietà a docenti, allievi e famiglie ma non scorda i due ragazzi arrestati. "Come società, dobbiamo agire, rispondendo in modo forte e chiaro alla chiamata dei nostri giovani"
BELLINZONA - Una evacuazione improvvisa, la notizia di un allievo armato, il fermo di due giovanissimi. Bellinzona ha rivissuto l'incubo della mancata strage di qualche anno fa, catapultata come nei film o nei servizi dei tg americani. L'inchiesta ora dovrà stabilire cosa è successo. Ma lo spavento rimane. Ne parla in un post anche il Consigliere di Stato Raffele De Rosa, che scrive come "ieri abbiamo tutti avuto paura. I fatti avvenuti alla scuola di Commercio di Bellinzona, che tutti ormai conoscono, mi lasciano amareggiato e triste. Sono prima di tutto solidale col corpo docente, gli allievi e le loro famiglie; comprendo e posso immaginare anche la paura, l’ansia e l’angoscia di tutti i genitori".
"Ma penso anche a quei due ragazzi, e a quanto sono il riflesso di una società che è profondamente malata. Inutile girarci intorno, come diceva Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute alla radio, il problema è globale", prosegue, allargando la riflessione. "Questo non significa che come Cantone - e mi ci metto anch’io come Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità - non dobbiamo agire. Anzi! Le nostre ragazze e i nostri ragazzi chiamano, sta a noi rispondere forte e chiaro, e occorre farlo ora. Sta a noi rispondere e indicare la via, che sarà tortuosa e difficile da percorrere, ma insieme ce la possiamo fare a ricostruire quel tessuto, quel patto generazionale che ormai si è rotto. Glielo dobbiamo".