Le reazioni alle immagini che la Commissione giustizia ha trasmesso al Consiglio della magistratura e al procuratore straordinario
Ieri Fiorenzo Dadò ha ricevuto una lettera anonima contenente tre foto che il presidente del Tribunale penale Mauro Ermani ha inviato nel 2020 alla segretaria presunta vittima di mobbing. Si tratta di tre nuove fotografie che ritraggono dei bambini. Nella prima si vede un bimbo baciare il muso di un maiale. Nella seconda, un bambino è immerso in un acquario e aspira l’acqua con una cannuccia. La terza mostra un bimbo che rovista in una dispensa con il sederino ricoperto di cereali.
La Commissione parlamentare giustizia, che Dadò presiede, ha segnalato e trasmesso il materiale al Consiglio della magistratura e al procuratore straordinario, Franco Passini, che indaga sulla querela sporta dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti per le verifiche del caso.
“Sembra Scherzi a parte”, ha commentato al Corriere del Ticino Luigi Mattei, legale del giudice Ermani. “Queste fotografie sono in possesso del Consiglio della magistratura già da qualche tempo – afferma l’avvocato -. Si tratta a mio giudizio di foto assolutamente banali, alle quali peraltro la destinataria ha risposto con una serie di smile”.
In ogni caso, le foto sono state intimate a Mattei dal Consiglio della magistratura, e il legale di Ermani ha fatto le proprie osservazioni. Stando infatti a nostre informazioni, scrive il Corriere, la segretaria del Tribunale si lamentava che il suo bambino non dormiva e che ne combinava di tutti i colori. Al che, Ermani avrebbe risposto inviando quelle fotografie e scrivendo che il bimbo era in buona compagnia.
La stessa cosa risulta a liberatv. Ma resta il fatto che quelle foto sono state inviate da un giudice, nonché presidente del Tribunale penale, a una segretaria in una chat professionale.
Ma veniamo alle reazioni politiche raccolte da Corriere e Regione. Fiorenzo Dadò si è detto estereffatto e sdegnato: “Si tratta di foto oscene che non dovrebbero circolare sulla rete. Riflettono un completo disprezzo per i bambini e per l’infanzia. I bambini non sono oggetti da esibire, né da deridere o ridicolizzare”. E alla Regione: “Chiunque abbia divulgato queste foto è una persona che ha qualche problema”.
Per Ivo Durisch, capogruppo socialista, quelle immagini “sono lesive della dignità dei bambini e altamente inopportune”. Sulla stessa linea anche la deputata del PLR Cristina Maderni, che pure fa parte della Commissione giustizia: “Ci hanno stupito e scioccato. Ritengo inaccettabile che un adulto, qualunque sia il suo ruolo, utilizzi immagini di questo tipo e le diffonda pubblicamente a terzi”.
Matteo Quadranti, che con la sua interrogazione di aprile ha sollevato il caso del mobbing, intervistato da LaRegione, afferma che “la situazione in seno al Tribunale penale cantonale è sempre più preoccupante. E i cittadini sempre più disorientati, con conseguente calo della fiducia nelle istituzioni. Così come sembra sempre più inopportuno che il presidente (Mauro Ermani, ndr) resti perlomeno nel pieno delle sue funzioni. Nell’attesa che quanto sta accadendo in generale al Tpc sia chiarito, cosa che mi auguro avvenga in tempi celeri, sarebbe auspicabile la designazione da parte del plenum del Tribunale d’appello, di cui il Tribunale penale cantonale fa parte, di un magistrato che si occupi degli aspetti amministrativi del Tpc e della distribuzione degli incarti”.
Decisamente più cauta la posizione del leghista Alessandro Mazzoleni, riportata dal Corriere del Ticino: “Per quanto ne sappiamo quelle foto potrebbero essere un falso, utilizzato da persone che cercano di sfruttare la politica per fomentare un litigio estremamente delicato. Tensioni interne che non fanno bene alla Giustizia e che sono oggetto di un’inchiesta penale e amministrativa. Se la politica si invischia troppo in simili questioni, rischia addirittura di essere controproducente per il buon funzionamento della Giustizia”.
In ogni caso, le foto non sono un falso, come ha ammesso lo stesso legale di Ermani.
Lapidario, il deputato dell’Mps Matteo Pronzini, che ieri dal pulpito in Gran Consiglio, parlando del giudice Ermani ha detto “Fermatelo!”.