ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
28.09.2024 - 08:160

Preventivo 2025, tre domande a Manuele Bertoli

L'ex Consigliere di Stato PS: "Questa situazione non è frutto del caso, ha dei padrini e delle madrine, che non stanno a sinistra"

Il preventivo 2025 a molti appare come la fotocopia del preventivo dello scorso anno. Si critica il Governo per la scarsa visione politica e per un approccio eccessivamente contabile. Lei cosa ne pensa del documento? E quali sono i risparmi peggiori?
"Sono le critiche di chi non ha il coraggio di dire esattamente, non con formulazioni generiche e vuote, dove si dovrebbe tagliare, quali sono i capitoli di spesa da ridurre significativamente. La postura che personalmente trovo piuttosto insopportabile è quella dei parlamentari che si mantengono sempre sulle generali, che si tirano indietro dicendo che il Parlamento di milizia non ha tutti gli strumenti per entrare nei dettagli (quasi tutti pubblici, basta cercarli), che buttano lì qualche esempio spesso inconsistente, e che alla fine comunque rimandano il lavoro, pressoché impossibile, di tagliare senza far male al Consiglio di Stato. I risparmi peggiori sono quelli sui contributi per i premi di cassa malati, una parte di quelli sul settore sociale, una parte di quelli sulla scuola e il mancato riconoscimento del rincaro completo al personale".

A sinistra si fa sempre più strada l'idea che la situazione finanziaria del Cantone non sia poi così catastrofica come viene dipinta dai partiti di centrodestra e dal Governo e di conseguenza non vi sia questa urgente necessità di risparmiare. È d'accordo? Cosa bisognerebbe davvero fare?
"Non sono d’accordo. Il dato sul capitale proprio negativo indica che siamo sotto quello che normalmente sarebbe accettabile, e se pensiamo al futuro c’è poco da stare allegri. Da Berna la folle corsa agli armamenti avrà come effetto lo scaricamento sui Cantoni di parecchi costi, il finanziamento delle cure sanitarie su cui si voterà prossimamente potrebbe costare parecchio, gli effetti pesanti sulle casse cantonali degli sgravi fiscali appena votati dal popolo si faranno sentire soprattutto tra due o tre anni, insomma, al di là della situazione contingente, il futuro in termini finanziari non è per nulla roseo. Per questo dei correttivi finanziari vanno adottati. Ma questa situazione non è frutto del caso, ha dei padrini e delle madrine, che non stanno a sinistra: la corsa agli armamenti a Berna non viene sostenuta dalla sinistra, gli sgravi fiscali approvati da una maggioranza popolare in giugno non sono stati sostenuti dalla sinistra, sulla necessaria revisione delle stime immobiliari nettamente lontane da valori realistici che la legge prescrive per il 2025 siamo in ritardo non per responsabilità della sinistra, l’abbandono della tassa di collegamento votata dal popolo e mai davvero sperimentata non è una scelta della sinistra, il mancato sostegno alla proposta del Governo di collegare la progressione a freddo all’aumento dei salari e non al tasso di inflazione non è una posizione della sinistra. Per questo su quel che sarebbe necessario fare la domanda non va posta a me o alla mia parte politica, ma a chi ha fatto di tutto affinché si arrivasse a questo punto, a chi ha sostenuto e sostiene queste posizioni infischiandosene dei loro effetti finanziari e poi oggi chiede alla sinistra di avere quel rigore finanziario che, quando fa comodo, dimostra di non avere".

Alcuni ritengono che a pagare dazio in questo preventivo, a differenza dello scorso anno, sia in particolare la scuola, con una serie di piccoli risparmi. A suo parere, che conosce bene il DECS, si tratta di interventi tutto sommato sostenibili oppure di tagli che incideranno sulla qualità della scuola e dell'insegnamento?
"Si tratta di passi indietro figli della scelta fatta in occasione del Preventivo 2024, quando si è accettato il principio che i sacrifici sul personale quanto alle mancate sostituzioni andassero fatti anche da quella parte che non sottostà al sistema del piano dei posti autorizzati, cioè i docenti. Una proposta nata in Commissione della gestione che credo sia venuta soprattutto dal PLR e che ha volutamente preso di mira il personale insegnante, “reo” di essere amministrativamente gestito in maniera diversa rispetto agli altri impiegati, perché il fabbisogno docenti di base dipende dal numero di allievi, e quindi dalle scelte di questi ultimi in termini di domicilio o di opzione formativa postobbligatoria. Ma il dato peggiore di tutti riguarda la rinuncia forzata, ancora una volta, al finanziamento di nuovi compiti. Un dato che indica che il Cantone è costretto a fare surplace, a mantenere quel che c’è, con tanti saluti ai nuovi bisogni. Una situazione non nuova, purtroppo, che genera ritardi nelle risposte, che genera incomprensioni verso la politica, la quale viene volutamente privata dei mezzi per queste risposte, che frustra quelle visioni che poi si imputa al Governo di non avere, facendo però bene attenzione a nascondere la coda di paglia e le proprie responsabilità quanto al mancato finanziamento di tali potenziali visioni".

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Potrebbe interessarti anche
Tags
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved