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30.09.2024 - 17:320
Aggiornamento: 18:03

Gli ircocervi della Ripam

Per un anno si è narrato di un gruppo di benestanti al beneficio dei sussidi di cassa malati. Ora finalmente sappiamo quanti sono...

di Andrea Leoni

Per mesi la politica finanziaria del Cantone è stata ostaggio di una leggenda. Una fiaba narrata in particolare dal PLR, con qualche cantore anche tra le fila dell’UDC, secondo la quale in Ticino vi sarebbe un corposo gruppo di cittadini benestanti al beneficio dei sussidi di casse malati. Morale della favola: c’è grasso che cola sul quale risparmiare in quel settore.

Sin da subito ci si è chiesti: ma quante sono queste creature mitologiche, questi ircocervi della Ripam? Esistono davvero?

Nonostante le ripetute insistenze della Commissione della Gestione, nel corso dell’esame del preventivo 2024, il Consiglio di Stato disse ai deputati che non era possibile stabilirne il numero. Risposta piuttosto sbalorditiva e pure un po’ inquietante, poiché se un sistema che eroga centinaia di milioni di prestazioni non è in grado di produrre dati certi, rischia di essere ingovernabile e fuori controllo. Almeno questo si può sospettare, senza esser gesuiti. Così la narrazione degli ircorcervi è proseguita, sconfinando dalla mitologia al realismo magico: se non si può sapere quanti sono, allora ci sono e probabilmente non sono pochi. Quasi un dato di fatto. 

Il PLR, però, un merito ce l’ha. I deputati Simona Genini e Matteo Quadranti non si sono dati per vinti e hanno nuovamente interrogato il Consiglio di Stato. La risposta - ci perdoni Bob Dylan - è rimasta nel vento per mesi, fino a sabato scorso per l’esattezza, quando La Regione l’ha pubblicata. Da notare che il Governo l’ha sfornata dopo la pubblicazione del preventivo. Si potrebbe infierire, ma ci asteniamo.

Ebbene sono 14 - avete capito bene, quattordici - le unità di riferimento con un reddito disponibile superiore ai 120’000 franchi al beneficio del sussidio di cassa malati. Tutte coppie con figli. Giusto per la precisione: non si tratta di 14 persone, poiché ogni unità di riferimento conta l’intero nucleo familiare. Va da sé che introdurre una soglia di reddito, e il Governo lo scrive nella sua risposta, produrrebbe un risparmio del tutto trascurabile. 

Dunque esistono gli ircocervi della Ripam, ma stiamo parlando di qualche decina di persone su oltre 100’000 a beneficio del sussidio. Diciamo che è più facile incontrare un lupo in via Nassa. Eppure per un anno intero si è utilizzato un argomento posticcio per giustificare il proposito di tagliare i sussidi. Una vera e propria fake news.

Ciò detto il problema della sostenibilità finanziaria dei contributi Ripam resta sul tavolo. Con l’anno 2025 si sfonderanno i 400 milioni e c’è da chiedersi quanto potrà reggere il sistema con una crescita annuale, mal contati, di 30-40 milioni, a causa del susseguirsi di stangate a doppia cifra sui premi.

In tal senso il risparmio proposto dal Governo nel preventivo 2025 - 10 milioni - non è neppure un cerotto di fortuna. Cosa risolve? Vi è da chiedersi se si tratti di un intervento utile e necessario - al netto delle polemiche e delle divisioni che solleva - o seppure non sia semplicemente il risultato di una sorta di “cencellismo” sui tagli all’interno del Governo. E se così fosse...

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