Questo breve memorandum, di cui pubblichiamo alcuni stralci, è scritto a mano e in un italiano un po’ stentato alla fine dello scorso anno, quindi in concomitanza con le prime segnalazioni della segretaria che ritiene di essere vittima di mobbing
di Marco Bazzi
“La mia esperienza al TPC è stata bella e intensa. Ci sono stati degli aneddoti che mi hanno spinta a decidere altrimenti, di cui uno in particolare: il rapporto con la collega Signora Y, molto altalenante, che ha inciso sul mio percorso lavorativo”. Dal dossier sul presunto mobbing al Tribunale penale spunta un altro documento, un’altra testimonianza che getta ombre sulle condizioni di lavoro che caratterizzavano la cancelleria. Ancora una volta c’è chi punta il dito contro la segretaria responsabile del servizio, quella, appunto, che abbiamo chiamato nei precedenti articoli Signora Y.
Questo breve memorandum, di cui pubblichiamo alcuni stralci, è scritto a mano e in un italiano un po’ stentato alla fine dello scorso anno, quindi in concomitanza con le prime segnalazioni della segretaria che ritiene di essere vittima di mobbing, quella che abbiamo chiamato Signora X. L’autrice è un’ex segretaria della Cancelleria del Tribunale, che da tempo aveva già cambiato posto di lavoro.
Racconta, per esempio, la donna a proposito del clima che regnava nell’ufficio e del modo con cui la capo segretaria conduceva la cancelleria: “Una sera prima di uscire dal lavoro, ha voluto affrontarmi con atteggiamento sfrontato e aggressivo verso la mia persona (viso a viso) chiedendomi in maniera nervosa spiegazioni sul mio modo di essere, che lei non accettava e non riuscendo ad ottenere una reazione uguale come la sua da parte mia, si è allontanata colpendo con forza con la mano contro l’anta dell’armadio”.
E prosegue: “Ho sempre cercato di avere e mantenere un buon rapporto di lavoro con lei, come anche con tutti gli altri colleghi e giudici, ma con lei a fatica, perché se non ci si schierava con lei o la si pensasse come lei, si era tagliati fuori.
Il suo modo di fare non combaciava con la mia persona, in più quando ero piccola ho vissuto prevaricazioni di questo genere. Ritrovarle anche su un luogo di lavoro ad una certa età a mio parere non deve succedere”.
La situazione si sarebbe potuta risolvere, sembra sostenere l’ex segretaria, se solo la si fosse affrontata in modo costruttivo e deciso. Il modo di fare di Y cambiava per un periodo (nel senso di ‘migliorava’) “poi la storia si ripeteva come la ruota della fortuna”.
È una testimonianza che la donna decide di rendere per sostenere la segnalazione della sua ex collega, la Signora X. La pubblichiamo, come abbiamo pubblicato gli altri due precedenti documenti (leggi gli articoli correlati), in modo che ogni lettore si possa formare una propria opinione sul caso che tiene banco ormai da mesi, sfociato nel rapporto stilato dall’ex procuratrice pubblica Maria Galliani. Rapporto le cui conclusioni sono state purtroppo secretate dai vertici giudiziari e rese inaccessibili non solo alla Commissione parlamentare giustizia e all’opinione pubblica, ma alle stesse presunte vittime.