SALUTE E SANITà
Tiziano Cassina e Massimo Manserra, il Cardiocentro declinato al futuro: "La nostra sfida... con i pazienti nel cuore"
Intervista doppia a 360 gradi al neo direttore amministrativo e al direttore sanitario dell'ospedale del cuore
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LUGANO - La tempesta è passata. Il sereno è tornato. Per il Cardiocentro Ticino non è soltanto iniziato un nuovo anno. È iniziato un nuovo decennio. L’orizzonte a cui guarda la direzione formata da Massimo Manserra e Tiziano Cassina, entrata ufficialmente in carica a inizio gennaio, è infatti il 2030.

 I tumulti, le battaglie, le tensioni e le polemiche degli ultimi due anni sono ormai alle spalle. E dopo un periodo non facile, trascorso a capire come impostare la transizione dell’Ospedale del cuore verso la nuova organizzazione – l’integrazione nell’Ente Ospedaliero cantonale -, il direttore amministrativo e il direttore sanitario, Manserra e Cassina, appunto, hanno iniziato a pianificare il futuro. Partendo dal presente. Partendo da ciò che si è costruito fino ad oggi, con fatica, passione e dedizione, sviluppando l’idea del professor Tiziano Moccetti che ha fortemente voluto un polo d’eccellenza nel campo della cardiologia e della cardiochirurgia.

 “Il processo di transizione  - spiega Manserra, 44 anni, sette dei quali trascorsi nei servizi amministrativi del Cardiocentro – coinvolge l’intera organizzazione del Cardiocentro. Ora, dopo l’accordo siglato in agosto con l’EOC, i nostri collaboratori sono più sereni. Sono quasi quattrocento, e li stiamo incontrando uno ad uno, singolarmente, per informarli in modo esaustivo sul futuro. Partiamo da un punto fondamentale: abbiamo le garanzie di poter continuare a lavorare come istituto indipendente. Per questo parliamo di integrazione, e non di fusione, nel sistema dell’Ente Ospedaliero, con il quale, del resto, abbiamo da tempo sviluppato sinergie nel settore delle cure e dei servizi. Altre sinergie nasceranno, ma sempre nell’ambito di un rapporto armonico, senza strappi”.

 Certo, conferma il professor Cassina, 58 anni, che del Cardiocentro ha vissuto l’intera storia, le tribolazioni iniziali, i successi, i riconoscimenti nazionali e internazionali: “Siamo tutti tornati a lavorare in un clima di fiducia, verso l’interno e verso l’esterno, e qui mi riferisco in particolare all’Ente, con il quale oggi i rapporti sono buoni, costruttivi e improntati alla collaborazione ad ogni livello: servizi ospedalieri, direzione e Consiglio di amministrazione. Possiamo dire che il processo di transizione è iniziato sotto i migliori auspici. E ne siamo felici, perché questo dovevamo e dobbiamo ai nostri pazienti e ai nostri collaboratori”.

 I due direttori ribadiscono che il futuro andrà pianificato in una logica decennale, di ampio respiro, e che il progetto a cui occorre lavorare è quello di un “istituto cuore-vasi-polmoni”. In altre parole un polo altamente specializzato nella medicina cardio-vascolare e toracica. Un progetto già abbozzato, sotto forma di idea, nel 2017 nell’ambito di una commissione mista nata per immaginare i futuri sviluppi del Cardiocentro. Un progetto e un’idea condivisi già allora anche dai rappresentanti dell’Ente Ospedaliero.

È chiaro, precisa Cassina, che per concretizzare questo progetto strategico occorrerà fare delle chiare scelte politiche nell’ambito della pianificazione cantonale. “Ma io credo fermamente che sia questa la via da percorrere per garantire una presa a carico globale dei pazienti e per garantire la crescita qualitativa del Cardiocentro nel prossimo decennio. L’obiettivo è costruire un polo altamente specializzato al quale tutti i ticinesi possano affidarsi serenamente, evitando di far capo a strutture di oltre Gottardo”.

A Manserra chiediamo a questo punto come vive, tra grandi motivazioni e comprensibili timori, la sfida di essere alla testa di una delle eccellenze mediche del Ticino in un momento di grandi cambiamenti.

“Sicuramente è una sfida professionale molto stimolante – dice il direttore amministrativo -, per certi versi unica nel suo contesto e mi riferisco alla particolarità del processo di integrazione in atto che si differenzia vuoi per genere, vuoi per modalità, dai modelli maggiormente conosciuti. Detto questo non va dimenticato che le sfide più importanti sono quelle che affrontano giornalmente i pazienti che abbiamo in cura, ai quali dobbiamo riservare ogni giorno il massimo sforzo per aiutarli ad affrontarle in modo tale da offrire le cure migliori”.

Noi, che abbiamo l’opportunità di ricoprire un ruolo direttivo in questo contesto, aggiunge, “sentiamo molto questa responsabilità nei confronti dei pazienti ticinesi. Ed è questa responsabilità a darci la motivazione necessaria per assolvere al meglio il nostro ruolo e continuare anche nel futuro ad offrire le migliori cure e a sviluppare nuovi concetti ed approcci terapeutici. Certamente la continua ed esponenziale pressione sul contenimento dei costi della salute a cui il nostro settore è sottoposto non agevolano il compito, ragione per cui i timori possono essere legati anche alle difficili sfide con le quali nei prossimi anni saremo confrontati, laddove ci si ritroverà a dover operare con meno risorse ma con l’aspettativa di beneficiare di più qualità nell’offerta delle cure e dei servizi. Ma questo è un altro tema…”.

Per Cassina si pone invece il tema del cambiamento di ruolo, con i rischi legati alla burocrazia che ogni responsabilità manageriale comporta, soprattutto in strutture complesse. E il Cardiocentro è una struttura complessa.

“Certo – spiega - il ruolo di direttore sanitario implica chiaramene anche una funzione medico-manageriale che comporta una riduzione della propria attività clinica direttamente in contatto con il paziente. Nel mio caso specifico, si tratta di affrontare una nuova sfida in quanto questa transizione rappresenta un evento raro senza possibilità di rifarsi a precedenti esperienze. È dunque chiaro che soprattutto all’inizio sarò confrontato con un importante carico di tipo amministrativo-burocratico che limiterà la mia presenza nell’operatività della clinica. Ma accetto con piacere questo ruolo e responsabilità che mi permettono di allargare i confini della mia professione anche all’ambito amministrativo. Vorrei sottolineare come la figura del medico dirigente sia oggigiorno sempre più apprezzata e considerata come valore aggiunto nella gestione delle strutture sanitarie. Si tratta di un percorso e di una nuova esperienza che condivido con i miei collaboratori, ai quali resto vicino con un sostegno, a volte diretto o indiretto, come primario durante l’attività clinica quotidiana. A loro delego con fiducia la presa a carico dei pazienti”.

Infine, uno sguardo al recente passato, all’esperienza della raccolta delle firme in favore dell’iniziativa “Grazie Cardiocentro”, che Tiziano Cassina ha vissuto in prima persona a fianco di Tiziano Moccetti.

“Guardi, credo che la salute e l’insegnamento siano ambiti che ci toccano spesso in maniera diretta, ritengo dunque importante che il cittadino possa esprimersi anche a questo proposito. L’iniziativa popolare “Grazie Cardiocentro”, lanciata durante il mese di settembre 2018, è stata un’esperienza politica che mi ha insegnato molto ed ha dimostrando il sentimento di solidarietà da parte della popolazione ticinese nei confronti dell’operato svolto da tutti i collaboratori del Cardiocentro durante questi anni”.

 

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