Primo firmatario dell'iniziativa è il professor Tiziano Cassina. Marco Borradori: "Questa iniziativa non è un atto contro l’EOC. Ma uno strumento di totale democrazia"
LUGANO - Il Gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro”, costituitosi spontaneamente qualche mese fa, ha raccolto in poco tempo l’adesione di migliaia di ticinesi, dando voce a un diffuso sentimento di preoccupazione riguardo al futuro dell’ospedale del cuore.
La scadenza del 2020 è all’orizzonte, ma dopo 7 anni di trattative inconcludenti quella che ci si trova di fronte è una situazione di stallo tutt’altro che rassicurante. Non si vedono soluzioni per una modalità di transizione serena in grado di garantire la stessa presa a carico dei pazienti cardiopatici ticinesi conosciuta in questi anni.
Così il Gruppo ha deciso di lanciare un’iniziativa popolare legislativa per modificare la Legge sull’Ente Ospedaliero.
L’iniziativa presentata oggi – il cui primo firmatario è il professor Tiziano Cassina, Vicedirettore sanitario del Cardiocentro e Primario di Cardioanestesia e Cure intensive – annovera tra i suoi promotori esponenti di spicco della politica cantonale ma, soprattutto, le persone più direttamente toccate dall’attività dell’ospedale del cuore: personale clinico e pazienti. Oltre a Cassina, Tiziano Cassina (primo firmatario), Tiziano Moccetti, Marco Borradori, Rocco Cattaneo, Silvia Giuffrida, Marco Chiesa, Armando Boneff, Maristella Polli, Andrea Leoni, Andrea Giudici, Enrico Camenisch, Sabrina Aldi, Edo Bobbià, Franco Ghezzi, Fabio Schnellmann, Lelia Guscio, Piero Marchesi, Maruska 0rtelli, Rupen Nacaroglu, Alfredo-Dedo Tanzi.
Da domani inizierà la raccolta delle firme, che dovanno essere almeno 7'000.
“Preferisco che sul futuro del Cardiocentro sia la gente a decidere piuttosto che alcuni burocrati – ha detto Tiziano Moccetti -. Se la gente dirà che in questi vent’anni siamo stati bravi sarò felice. Altrimenti che ci bastonino pure. Dalla gente accetto qualsiasi verdetto”.
E riferendosi al donatore che una ventina d’anni fa rese possibile la nascita del Cardiocentro, Eduard Zwick, ha aggiunto: “Se avesse voluto destinare i suoi soldi all’Ente ospedaliero nulla gli vietava di farlo subito. Invece li ha dati per costituire questa fondazione e successivamente ne ha dati a me personalmente, denaro che ho interamente reinvestito in questo progetto. Ma la verità è che il contratto che stipulammo allora con l’Ente era: o così o il Cardiocentro non si fa. Per fortuna lo abbiamo fatto, nonostante la contrarietà dell’Ente e di una parte politica, salvando migliaia di vite”.
Moccetti ha concluso: “Chiedo dunque aiuto a tutti i ticinesi per salvare il Cardiocentro”.
Anche Marco Borradori è intervenuto durante la conferenza stampa: “Sono qui e sono molto contento e convinto di esserci come Marco Borradori, cittadino luganese e ticinese. In questi anni da sindaco ho sempre detto che Lugano doveva difendere le eccellenze del suo territorio. Il Cardiocentro è una di queste eccellenze, perciò è per me naturale passare dalle parole ai fatti. Questa iniziativa non è un atto contro l’EOC, verso il quale tutti noi rinnoviamo stima e rispetto. È invece uno strumento di totale democrazia he a nostro avviso può essere la chiave per sbloccare un’impasse che dura ormai da sette anni”.
E Borradori ha chiesto: “Perché cambiare qualcosa che funziona benissimo? In 26 anni il mondo è cambiato, nessuno può negare questo dato di fatto, è quindi giusto rivolgersi al popolo per chiedere quale nuova vita debba avere il Cardiocentro. Farlo è una questione di semplice ragionevolezza”.
Il primo firmatario dell’iniziativa, Tiziano Cassina, una di coloro che in questi ultimi anni hanno negoziato con l’EOC, ha detto: “Perché lanciamo un’iniziativa? La risposta è semplice: perché il 30 gennaio 2018 ho lasciato l’ultimo tavolo con l’Ente senza una prospettiva di lavoro e senza un calendario. Il Cardiocentro è un istituto di grande valore pubblico ma non statale. È mio dovere, da persona che è qui fin dall’inizio, cercare una strada affinché questo ospedale continui la sa vita”.
A questo punto Cassina si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: “Vent’anni fa tutti pensavano che ci saremmo schiantati e invece siamo ancora qua, con 380 dipendenti. È da vent’anni che dimostriamo di saper fare bene il nostro lavoro al servizio dei pazienti ticinesi. Ci sembra che sia arrivato il momento che questo venga finalmente riconosciuto. Io sono qui per difendere il Cardiocentro e non per salvare poltrone o famiglie”.
Silvia Giuffrida, infermiera e promotrice dell’iniziativa, ha aggiunto: “In questi mesi abbiamo letto cose non vere e talvolta tendenziose sul Cardiocentro e l’attenzione è stata troppo spesso posta sugli aspetti finanziari. Non sono una manager ma un’infermiera che vive ogni giorno la realtà a stretto contatto con i pazienti e tutti i collaboratori e vi posso assicurare che il vero patrimonio del Cardiocentro è il personale. Trovo molto interessante e per nulla scontato il fatto che l’iniziativa tuteli e valorizzi il nostro lavoro. Sono quindi fiera di essere qui oggi a sostenere questa iniziativa, come cittadina e come dipendente dell’ospedale del cuore”.
Il comunicato stampa
Il comunicato stampa diramato dopo la conferenza annota infatti che “dubbi e preoccupazioni sul futuro dell’ospedale del cuore persistono anche sul fronte occupazionale, mentre molto chiaro appare il rischio che venga dissipato il patrimonio clinico e umano che la struttura è riuscita meritoriamente a costruire in soli 20 anni di storia.
È un rischio che il Ticino non merita e non può permettersi di correre. Non va infatti dimenticato – elemento troppo spesso trascurato – che il Cardiocentro nel corso degli anni ha permesso a tutti i ticinesi, dei centri urbani come delle valli, di avere le stesse possibilità di sopravvivenza in caso di patologia cardiaca che prima della sua nascita erano un privilegio esclusivo dei cittadini residenti oltre Gottardo.
Una proposta al Paese
In questo clima e con l’unico scopo di superare l’impasse, il Gruppo “Grazie Cardiocentro” si è fatto carico di elaborare una proposta concreta, nell’interesse dei pazienti, dei cittadini, della sanità ticinese e di tutti i collaboratori del Cardiocentro.
Non si tratta di un’azione contro qualcuno o qualcosa; non è e non vuole essere un atto di forza. È un semplice contributo, una proposta che il Gruppo intende sottoporre al Governo, al Parlamento ed eventualmente al popolo, imboccando la via civica, trasparente e partecipativa dell’iniziativa popolare.
Patti rispettati
L’iniziativa prevede una modifica della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (LEOC), con l’aggiunta di un nuovo articolo. Ragionevolezza, equilibrio e moderazione, sono i tre principi che hanno guidato il Gruppo, assistito da un pool di giuristi, nell’elaborazione del testo.
Principi che si intravedono con chiarezza già dal primo capoverso.
Se da un lato, infatti, si vuole dare continuità a un modello divenuto negli anni un’eccellenza ticinese di caratura internazionale in campo cardiologico e cardiochirurgico, dall’altro si vuole assicurare il rispetto delle condizioni statutarie dell’attuale Fondazione, che prevedono il passaggio del patrimonio della Fondazione Cardiocentro Ticino (FCCT) all’EOC al termine della durata, prevista in 25 anni, della Fondazione stessa.
La soluzione proposta, ed è questo un punto molto importante, rispetta l’impegno di trapassare il patrimonio della FCCT all’EOC nel dicembre 2020, così come da contratto stipulato tra le parti.
Dal momento che il modello Cardiocentro ha dimostrato di funzionare al di là di ogni più rosea aspettativa, si propone tuttavia che il patrimonio ereditato dall’EOC venga da quest’ultimo trattato in modo innovativo, ovvero che venga dato a questo patrimonio, da parte dell’EOC, un nuovo “vestito giuridico” nella forma di una nuova Fondazione no profit.
Un nuovo soggetto che permetta di evitare una cesura netta con un passato virtuoso, ma che, al contempo, non rappresenti nemmeno una specie di resurrezione della vecchia Fondazione, che cesserà di esistere così come l’abbiamo conosciuta.
L’ambizione del Gruppo è infatti quella di creare qualcosa di nuovo, qualcosa che prosegua il “sogno Cardiocentro”, come ama definirlo il professor Moccetti, con una nuova governance che rappresenti tutte le realtà importanti del nostro sistema sanitario e che dia continuità all’eccellenza, al dinamismo e all’innovazione che l’ospedale del cuore ha sempre messo a disposizione dei pazienti ticinesi.
Il nuovo Consiglio di Fondazione: tutti rappresentati, nessuno con la maggioranza
Per tale motivo, l’iniziativa prevede che il primo Consiglio di Fondazione (CdF) sia nominato dal Consiglio di Stato su proposta di 4 soggetti che rappresentano anche le 4 anime della Nuova Fondazione:
• Il primo soggetto è il Cardiocentro, il quale proporrà la nomina di 3 membri, a garanzia della continuità del progetto, così come l’abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni;
• Il secondo soggetto è il Consiglio di Amministrazione dell’EOC, il quale proporrà la nomina di 2 membri, a garanzia di una virtuosa e rafforzata collaborazione con l’ente pubblico;
• Il terzo soggetto è il mondo universitario, il quale proporrà 1 membro scelto per meriti scientifici, a garanzia della vocazione accademica e di ricerca di questo nuovo Cardiocentro, che accanto all’attività clinica vuole essere un riferimento anche nel campo della ricerca cardiologica e dell’insegnamento universitario, nel contesto del Master in medicina umana e poi della nuova Facoltà di scienze biomediche;
• Il quarto soggetto è la Commissione del personale, la quale proporrà 1 membro, l’ultimo, a tutela dei diritti di coloro che, di fatto, giorno dopo giorno, garantiranno che gli obiettivi fissati dal Consiglio stesso e dallo Statuto siano raggiunti sul campo, nel primario interesse dei pazienti ticinesi.
Una governance così strutturata consentirà di superare la dinamica del “noi contro di voi”, che purtroppo ha caratterizzato le discussioni politiche degli scorsi mesi. Una tale dinamica non avrà più ragione d’essere poiché le 4 anime descritte poc’anzi, riunite nel Consiglio di Fondazione, dovranno avviare un percorso nuovo, costruttivo e rivolto al futuro. Nessuno degli attori, infatti, avrà la maggioranza e potrà di conseguenza imporre alcuna decisione in solitaria.
Inoltre – come ulteriore garanzia di equilibrio – quando si tratterà di dover sostituire un membro del nuovo Consiglio, tutte le componenti si dovranno mettere d’accordo in modo unanime. Superata l’opportuna e delicata fase di transizione dettata dalla prima nomina del nuovo Consiglio, questo meccanismo porterà nel giro di poco tempo a un naturale superamento delle posizioni di origine dei singoli membri, producendo una governance che sarà costruita e condivisa da tutti gli attori in campo.
Tutela e valorizzazione del personale
Un ultimo aspetto fondamentale della proposta di legge riguarda il personale. In ben due capoversi viene esplicitamente tutelato e valorizzato il lavoro dei collaboratori del Cardiocentro.
Il primo riguarda i contratti di lavoro: l’iniziativa prevede esplicitamente che vengano rilevati dalla Nuova Fondazione tutti i contratti di lavoro, senza distinzioni di ruolo e a tempo indeterminato.
Una garanzia sul futuro fondamentale per quelli che il nostro Gruppo ama definire “gli angeli del cuore”.
In seconda battuta, come spiegato in precedenza, il personale del Cardiocentro sarà protagonista della governance della nuova Fondazione, in modo da poter incidere direttamente nelle scelte strategiche e operative dell’istituto. Non si tratta solo di un doveroso riconoscimento al lavoro, all’impegno e allo spirito di gruppo che sono stati gli ingredienti principali del successo dell’ospedale del cuore, ma anche di una scelta innovativa che, di
fatto, spalanca la stanza dei bottoni ai dipendenti: una mossa d’avanguardia per qualunque realtà aziendale.
Il testo dell’iniziativa popolare legislativa “Grazie Cardiocentro”
I sottoscritti cittadini aventi diritto di voto in materia cantonale, richiamati gli artt. 37 della Costituzione cantonale e 116 segg. della Legge sull’esercizio dei diritti politici (LEDP), con questa iniziativa elaborata chiedono: una modifica della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (LEOC).
Art. 4bis (nuovo) - Cardiocentro Ticino
1 L’EOC, per il tramite di una Fondazione di diritto privato, che sarà denominata Nuova Fondazione Cardiocentro Ticino (NFCCT) garantirà la continuità dell’attività della Fondazione Cardiocentro Ticino (FCCT), la quale cesserà di esistere in data 22 dicembre 2020 con contestuale trasferimento all’EOC del suo intero patrimonio. L’EOC prenderà le necessarie disposizioni affinché il trapasso del patrimonio già della FCCT alla NFCCT avvenga nel modo più rapido ed efficiente possibile, in regime di neutralità fiscale e agevolando la continuità del mandato di prestazione cantonale attuale della FCCT.
2 La NFCCT manterrà la vocazione no-profit e di pubblica utilità già di FCCT, riprendendone lo scopo e lo statuto, opportunamente epurato dai riferimenti alla durata della FCCT e al destino del patrimonio della stessa al momento della sua fine.
3 La NFCCT godrà di piena autonomia, in ogni ambito della propria attività, rispetto all’EOC, e riprenderà, garantendone la continuità, la struttura, i rapporti di lavoro e tutti i contratti, gli accordi e le collaborazioni in essere presso la FCCT.
4 Il Consiglio della NFCCT sarà composto da 7 membri. Il primo Consiglio di Fondazione sarà nominato dal Consiglio di Stato, e sarà composto da 3 membri proposti dall’ultimo Consiglio di Fondazione della FCCT, da 2 membri proposti dal Consiglio di Amministrazione dell’EOC, da 1 membro del mondo accademico selezionato per meriti scientifici, da 1membro proposto dalla commissione del personale dell’istituto. La sostituzione dei membri del Consiglio della NFCCT avverrà in seguito per cooptazione con deliberazione unanime.
5 L’EOC, in aggravio al fondo sul quale insiste l’attuale diritto di superficie per sé stante e permanente della FCCT, costituirà un nuovo diritto di superficie in favore della NFCCT, per la durata di 99 anni, avente per oggetto l’immobile occupato dalla FCCT.
6 La NFCCT avrà durata illimitata.