SECONDO ME
Bruschetti: "La museruola del Consiglio di Stato alle iniziative dei Comuni"
Il sindaco di Massagno le canta al Governo: "A pochi mesi dal rinnovo dei poteri cantonali, gli atti perentori non portano a niente e non giovano alla popolarità dell'Esecutivo..."

di Giovanni Bruschetti*

Le bucalettere delle cancellerie comunali dell'intero Cantone sono state in questi ultimi giorni particolarmente sollecitate e questo, per fortuna, non per meri motivi pre-elettorali, ma per comunicazioni di sostanziale importanza per il futuro dei nostri enti pubblici.

Dapprima sono stati Cadenazzo, Bellinzona, Bodio, Locarno, Maroggia, Novazzano e Ponte Tresa a lanciare all'indirizzo di tutti i Municipi ticinesi un'iniziativa "Per la revisione transitoria dei criteri di partecipazione dei Comuni alla spesa cantonale per l'assistenza sociale".

In seconda battuta, ed a distanza di una sola settimana, è stata la volta di Canobbio, Melide e Vernate (in rappresentanza di una quindicina di Comuni del Macantone) ad indire un'altra iniziativa "Per Comuni forti e vicini al cittadino".

Alla base di questi slanci che testimoniano di un ritrovato e benvenuto attivismo delle istanze comunali ci sono, sostanzialmente, dinamiche di ordine istituzionale che, senza voler volutamente entrare nel merito di questa o quella iniziativa, senza ombra di dubbio lasciano trasparire un crescente insoddisfazione delle istanze locali nei loro rapporti con il Governo cantonale.

E questo al punto tale da immaginare e proporre, piuttosto che la semplice corrispondenza con Bellinzona, lo specifico strumento dell'iniziativa dei Comuni, con coinvolgimento diretto dei Municipi e dei Consigli Comunali, per poi eventualmente approdare, se di successo, sui tavoli del Gran Consiglio.

Insomma, mica roba da ridere, quanto piuttosto un atteggiamento preciso e responsabile inteso a voler finalmente cambiare la rotta di un rapporto che, in quest'ultima legislatura e nonostante i positivi propositi del Governo, mai è effettivamente decollato, lasciando la "questione dei Comuni" in lista d'attesa.

In tale contesto, oltretutto aggravato da una serie di compiti amministrativi che negli ultimi anni sono stati ulteriormente scaricati dal Cantone e da riforme che stentano a prendere corpo, negli ultimi cinque anni ai Comuni ticinesi è stato imposto di concorrere al risanamento cantonale versando 150 milioni di franchi, secondo un contributo che da straordinario è divenuto strutturale, in altre parole definitivo.

Parallelamente le finanze cantonali da gravi e preoccupanti di qualche anno fa con quasi 200 milioni di deficit nel 2013, volgono nel frattempo al bello, con i positivi risultati degli ultimi anni e le favorevoli previsioni che in questi giorni sono state confermate.

Logico quindi che i Comuni, a fronte delle "lacrime e sangue" spese in questi anni, manifestino una richiesta di ridimensionamento dei propri sacrifici secondo un concetto assolutamente logico e comprensivo che, giustamente, capita a fagiolo con le prossime elezioni cantonali.

Da qui ad aprile 2019, infatti, non di soli candidati e liste dovrebbero interrogarsi l'elettorato cantonale ed i nostri media, ma anche e soprattutto di programmi e di progetti che necessitano di essere finalmente affrontati, questa volta, possibilmente, con i fatti e non con le parole.

Ed a fronte di tali, peraltro legittime pretese a mezzo di strumenti istituzionalmente democratici come l'iniziativa dei Comuni, mal si comprende lo stonato comunicato che ha licenziato il Consiglio di Stato con sua risoluzione n. 5080, trasmessa a stretto giro di posta alle cancellerie dei Municipi di tutto il Cantone in questi giorni.

Infatti l'esplicito ed affrettato invito del Governo "...a non dar seguito all'iniziativa "Per Comuni forti e vicini al cittadino" che rappresenta una chiara forzatura dei rapporti fra i due livelli istituzionali...", più che una comunicazione informativa, suona purtroppo come un preoccupato tentativo di clamorosa ingerenza nei confronti degli enti subalterni.

Tale atteggiamento poco si addice a questo preciso momento (le ormai prossime elezioni) in cui, al cittadino come alle sue istanze rappresentative, sono richiesti attenzione e partecipazione: concetti che mal si accompagnano con "museruole istituzionali preventive" che poco hanno a che vedere con i principi democratici che governano le nostre istituzioni.

A pochi mesi dal rinnovo dei poteri cantonali, gli atti perentori non portano a niente e non giovano alla popolarità di un Governo che, con tutti i suoi attuali membri, è in attesa di un'eventuale riconferma.

*Sindaco di Massagno

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