Maurizio Agustoni, Franco Celio, Felice Campana, Gianrico Corti e Tiziano Galeazzi al Governo: "Occorre esprimersi entro il prossimo autunno"
BELLINZONA – L'iniziativa 'Per Comuni forti e vicini al cittadino', promossa dai Comuni di Canobbio, Melide e Vernate, tiene banco. Il Consiglio di Stato ha in novembre risposto all'interrogazione dei promotori specificando che "i contenuti della nostra missiva rispettino i criteri di prudenza, oggettività e correttezza".
Una presa di posizione che non ha soddisfatto i promotori dell'iniziativa, che chiede di modificare la norma del Decreto legislativo concernente la partecipazione finanziaria dei Comuni al finanziamento dei compiti cantonali nel senso di stralciare la quota di 25 milioni di franchi che i Comuni devono versare annualmente al Cantone.
"Come già rilevato nella nostra precedente interrogazione del 11.11.2018 – si legge nella nuova interrogazione a firma dei promotori –, con il sistema in vigore tutti i Comuni ticinesi, negli ultimi 6 anni, hanno versato al Cantone, attingendo alle proprie risorse ricavate dai contribuenti, quasi 150 Mio di franchi. Secondo i Comuni promotori lo stralcio del contributo si impone poiché - i conti del Cantone sono ormai ampiamente nelle cifre nere: + 80.4 Mio di franchi nel 2017, ca. 70 Mio previsti per il 2018. Il Cantone non ha ancora portato in porto, anzi ha bloccato la riforma “Ticino 2020” (ridefinizione dei compiti e flussi finanziari fra Cantone e Comuni), fino alla cui entrata in vigore è vincolato il versamento del citato contributo - di conseguenza - e in ogni caso prima di ridurre, come ora prospettato dal Cantone, le imposte cantonali (riduzione del 5% del moltiplicatore cantonale di imposta) - occorre far rientrare i Comuni nella disponibilità delle intere loro risorse fiscali, onde permettere loro di espletare i compiti loro affidati e fornire i necessari servizi alla popolazione".
E ancora: "Malgrado quelle che sono state le effettive, e gravi, ingerenze del Consiglio di Stato nella procedura, il sostegno dei Comuni all’iniziativa - raccolto peraltro nel breve volgere di poche settimane - è stato a dir poco massiccio. Infatti, ben 64 Consigli comunali, rappresentativi di quasi il 60% della popolazione, e di tutte le tipologie di Comuni (da tutte le Città, tranne Bellinzona, a Comuni sia “piccoli” che “medi”, forti finanziariamente e meno, posti nelle regioni urbane e periferiche) hanno aderito alla presentazione dell’iniziativa; esprimendo così un segnale forte, e generalizzato, all’indirizzo delle autorità politiche, ai quali i Comuni promotori hanno attribuito un significato che va anche al di là della specifica domanda dell’iniziativa: “i Comuni vogliono potersi autodeterminare, non siamo uno sportello del Cantone"".
Secondo Maurizio Agustoni, Franco Celio, Felice Campana, Gianrico Corti e Tiziano Galeazzi si tratta di "un segnale di cui non si potrà non tener conto nel citato processo di ridefinizione dei compiti e flussi finanziari fra Cantone e Comuni; e un segnale ribadito ulteriormente ancora pochi giorni fa dall'esito della consultazione promossa sul tema dall'Associazione Comuni ticinesi e dall'Ente regionale per lo sviluppo del Luganese, dalla quale è risultato che "il 98% dei Municipi che hanno risposto al questionario ritengono sia necessario restituire ai Comuni una vera autonomia sul piano strategico e operativo come pure semplificare i rapporti con il Cantone".
"Per questi motivi – ribadiscono – occorre che il nuovo Gran Consiglio possa esprimersi rapidamente sull’iniziativa in esame, ovvero ancora entro il prossimo autunno. Ciò si impone del resto anche per poter impostare correttamente la pianificazione finanziaria della nuova legislatura cantonale; e per dare una risposta ai Comuni prima del rinnovo dei poteri comunali il prossimo anno.
Tenuto conto della procedura e dei termini di legge e pur considerando il prossimo rinnovo dei poteri cantonali, avvalendoci delle facoltà di legge chiediamo quindi al Consiglio di Stato di esprimersi, con sollecitudine, sui seguenti quesiti".
1. Pur riservate le competenze decisionali del Gran Consiglio, condivide la necessità di predisporre quanto in suo potere affinché il Parlamento possa pronunciarsi sull’iniziativa ancora nel corso del 2019 ?
2. Prevede, in particolare, di comunicare, nel termine di 2 mesi sopra citato, che intende esprimersi con un rapporto sull’iniziativa ?
3. In caso affermativo, intende presentare tale rapporto ancora entro la fine della corrente legislatura, oppure demandare (ipotesi senz’altro opportuna) il tema all’inizio della prossima ?
4. In questa seconda ipotesi, cosa intende sin d’ora predisporre affinché il rapporto possa comunque poi essere presentato sollecitamente ?
5. Come intende procedere in parallelo concretamente per finalizzare finalmente il progetto Ticino 2020, con il quale la domanda, e le finalità di più ampio respiro, dell’iniziativa sono strettamente correlate ?