Il direttore di Ticinowine: "Perché nessun politico ha reagito contro questa proposta di Legge? Offeso che non mi sia riconosciuta la capacità di discernimento"
*Di Andrea Conconi
Come direttore della Ticinowine, sono rimasto sorpreso riguardo all’entrata in vigore della nuova legge che regolamenta la vendita delle bevande alcoliche; in particolare i paragrafi che ne vietano la vendita dopo le 19.00, rispettivamente dopo le 21.00 il giovedì - addirittura dopo le 18.30 nei festivi di quei negozi, annessi ai distributori di benzina che ormai svolgono un servizio per chi, rientrando tardi a casa, ne approfitta per i suoi acquisti.
Giusto o sbagliato che sia, si tratta di un servizio che al quale ci siamo abituati. Amanti delle grigliate o cene improvvisate, dite addio alle serate con amici quando rientrerete dalle passeggiate se non le avete programmate prima. Se la legge non ammetta ignoranza e visto che questi divieti figuravano nel testo di legge in votazione e accettato dal popolo, me compreso, è anche vero che nessun politico che si definisce liberalista, l’abbia fatto notare durante i dibattiti prima delle votazioni. Questo divieto, sembra sia stato inserito per diminuire la violenza giovanile.
Scettico sul risultato che questa iniziativa potrà concretamente portare, io, ormai sessantenne, mi ritengo offeso che non mi sia riconosciuta la capacità di discernimento. Oltre al consumo del vino, come accompagnamento alle pietanze, al piacere conviviale di una cena con amici, chi sovente si serve in questa tipologia di negozi non potrà più preparare cibi laddove il vino è richiesto quale ingrediente. Alcuni esempi: il nostro piatto nazionale, la fondue, necessita di vino e Kirsch. Il brasato, il ragù, lo spezzatino, le salse, il classico risotto, il coniglio o pollo alla cacciatora - e potrei andare avanti – prevedono l’utilizzo di un goccio di vino nella ricetta.
Mi domando se, tra tutti i politici che hanno discusso e votato in parlamento questa proposta di legge, prima di sottoporla e difenderla davanti al popolo, l’hanno letta e capita, e come mai nessuno abbia reagito.
A livello federale si differenziano le bevande con basso tenore alcolico, vino e birra, ottenute per fermentazione, da quelle ottenute per distillazione come grappa, vodka per citarne alcune. In Ticino, questo non avviene e, ancora una volta, si penalizza il nostro settore che vuole educare i giovani al vino, a come lo si degusta, come lo si apprezza: meglio educare che proibire piuttosto che mostrare l’alcol come se fosse satana in persona. Questo è un discorso complesso che esula da questa sede e che bisognerebbe affrontare congiuntamente con tutte le parti.
Tra qualche mese, inizierà la stagione turistica, sappiamo le difficoltà che il settore incontra, l’introduzione di un ennesimo paletto a chi viene a godere di un momento di vacanza a sud delle alpi, quando appena giunto al campeggio, magari dopo ore di code al Gottardo, alla cassa del negozio non potrà acquistare una bottiglia di vino o birra per accompagnare la sua cena. Al posto loro, risalirei in macchina e percorrerei qualche chilometro in più, dove vige il riconoscimento della capacità di discernimento.
*Direttore di Ticinowine