"A seguito di beghe da pianerottolo degenerate in tragedia greca, la - peraltro già vacillante - credibilità della Magistratura è andata definitivamente a ramengo. Con essa la fiducia nell’istituzione"
di Lorenzo Quadri*
Quando, la scorsa primavera, sono state rese pubbliche le segnalazioni incrociate tra giudici del Tribunale penale cantonale (TPC), il Mattino aveva pubblicato in prima pagina un fotomontaggio con Palazzo di giustizia trasformato in “asilo Mariuccia”. Oggi la situazione pare degenerata ad un livello ben peggiore: zona “nido di vipere” o giù di lì. Le ultime vicissitudini sono state raccontate in lungo ed in largo nei giorni scorsi: due giudici (Quadri e Verda Chiocchetti) hanno denunciato penalmente gli altri tre (Ermani, Villa e Pagnamenta); il presidente del Tribunale penale Mauro Ermani (area PS) ha inviato una foto con falli giganti (finti) ad una segretaria; il governicchio cantonale ha nominato un procuratore straordinario proveniente dal Canton Grigioni, che si aggiunge a Maria Galliani già incaricata di esaminare le precedenti accuse di mobbing.
Naturalmente il circo equestre di cui sopra ha scatenato una ridda di prese di posizione: dei soliti politichetti in costante fregola di visibilità mediatica, dei partiti, del presidente del Consiglio della Magistratura, dell’avvocato dei giudici Quadri e Verda Chiocchetti (che ne ha per tutti), dell’ex Procuratore pubblico Luciano Giudici (che chiede le dimissioni immediate di Ermani), eccetera.
Caos totale
Insomma, il caos è totale. A seguito di beghe da pianerottolo degenerate in tragedia greca, la - peraltro già vacillante - credibilità della Magistratura è andata definitivamente a ramengo. Con essa la fiducia nell’istituzione. Già, perché a denunciarsi a vicenda sono professionisti chiamati a giudicare gli altri.
Davanti all’autodistruzione del Tribunale penale cantonale, al Gigi di Viganello nascono spontanee 10 semplici constatazioni.
10 riflessioni spicciole
1) Al Tribunale penale c’è un manifesto problema di conduzione e di persone. Il giocattolo è deflagrato: chi avrebbe dovuto tenerlo assieme – il presidente Ermani - non è stato in grado di farlo. Di conseguenza, il presidente non è al suo posto. La foto con i falli di plastica, che tra l’altro è stata decontestualizzata, è uno sguaiato episodio collaterale, ma certo non un elemento decisivo. Per la politichetta, invece, sembra che tutto ruoti attorno a quell’immagine. Evidentemente, per certuni, l’unica cosa che conta è poter strillare al “sessismo”.
2) Se davvero all’origine dello “shit hurricane” (uragano di cacca; qui infatti siamo ben oltre la semplice “shitstorm”) che ha travolto il Tribunale penale ci sono le tensioni tra due segretarie: perché non si è proceduto subito a dei trasferimenti? I posti di certo non mancano…
3) Come è possibile che un’intera istituzione vada in cortocircuito per una segretaria?
4) Se le miserie del TPC sono diventate pubbliche, è perché qualcuno le ha spiattellate all’esterno. E’ forse stato uno dei due magistrati che hanno denunciato i colleghi? Ma la violazione del segreto d’ufficio non è uno di quei reati che il TPC è chiamato a giudicare? E quale altro obiettivo poteva avere la “gola profonda”, se non lo sp*ttanamento integrale dell’istituzione per cui lavora (“muoia Sansone con tutti i filistei”)?
5) E’ difficile credere che un ambiente lavorativo così degenerato non abbia ripercussioni sulla qualità del lavoro svolto.
6) Quanto costerà al solito sfigato contribuente il caos al Tribunale penale tra inchieste interne ed esterne, accertamenti, procuratori straordinari fatti arrivare da fuori Cantone, risposte ad atti parlamenti, eccetera?
7) Come detto dal direttore del DI Norman Gobbi, a fare le istituzioni sono le persone. Queste persone – nel caso concreto: i giudici che se le stanno suonando di santa ragione – sono state nominate dal parlatoio cantonale per meriti partitici, con la ben nota logica del mercato del bestiame. Quindi parlatoio e partitocrazia devono farsi un esame di coscienza. Altro che infesciare il governicchio di atti parlamentari al solo scopo di farsi citare sui media.
8) Il Partito Socialista ci ha messo poco a scaricare il proprio esponente Mauro Ermani, argomentando con la foto dei falli. Eh già: secondo i compagni il fatto grave non è l’istituzione a ramengo, bensì il presunto “sessismo”. Però, quando si trattava di prendere le distanze dall’innominabile funzionario- abusatore del DSS, PS, e dai suoi superiori, anche loro PS, il partito non si è mosso con la stessa solerzia. Due pesi e due misure, forse poiché Ermani proviene dal fu PST?
9) Qualcuno pensa davvero che i 5 giudici coinvolti nella faida possano continuare a lavorare sotto lo stesso tetto? Dobbiamo attenderci trasferimenti e parcheggi di lusso, naturalmente con costi a carico del contribuente, e questo quando lo Stato deve risparmiare?
10) E’ palese che, davanti a simili allucinanti vicende, il cittadino si sentirà sempre più motivato a decidere che per nuove sedi per la Giustizia si spende zero, dato che i suoi esponenti si dimostrano immeritevoli.
*Consigliere Nazionale Lega - Articolo pubblicato sull'edizione odierna del Mattino della Domenica