Il patrocinatore dei giudici Quadri e Verda Chiocchetti replica al presidente del Consiglio della magistratura. E ne ha anche per il PG Pagani
L'avvocato Marco Broggini, legale dei due giudici che hanno sporto querela penale contro i loro tre colleghi del Tribunale penale, ha diramato oggi un comunicato stampa nel quale puntualizza alcuni aspetti della vicenda e replica alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dal presidente del Consiglio della Magistratura, Damiano Stefani. Ecco il testo integrale.
"Nella mia qualità di patrocinatore dei giudici Quadri e Verda Chiocchetti, e di semplice avvocato, ritengo siano oltremodo necessarie alcune precisazioni sulla vicenda che coinvolge il Tribunale penale cantonale. In primo luogo va sottolineato che il presidente del Consiglio della magistratura (CdM) - il giudice Damiano Stefani, ndr - è in possesso ormai da quasi due mesi dell’immagine sconcia pubblicata da un noto quotidiano martedì scorso - LaRegione, ndr -. Del resto questa autorità dispone di una segnalazione contro il giudice Ermani inoltrata nella primavera di questo anno dalla segretaria oggetto di mobbing, nell’ambito della quale sono stati esposti anche altri fatti rilevanti.
Leggo oggi che secondo il presidente del CdM una sospensione immediata di un magistrato sarebbe possibile “solo in caso di reato grave”. In realtà l’art. 82 LOG prevede che il CdM può sospendere un magistrato oggetto di un procedimento penale “quando le circostanze del caso lo giustificano”. Se ciò non bastasse l’art. 29 del Regolamento del CdM conferisce al suo presidente la facoltà di sospendere immediatamente un magistrato oggetto di un procedimento disciplinare (non penale) quando sussistono seri pericoli non soltanto per l’amministrazione della giustizia, ma per la sua immagine (!).
Fino ad oggi nulla è stato intrapreso, né tantomeno il giudice interessato, nonostante le richieste pressoché unanimi della politica, ha ritenuto di autosospendersi almeno provvisoriamente. Mi lascia comunque perplesso costatare che il presidente del CdM continui ad esprimersi sui media in merito a problematiche che sarà chiamato a giudicare, palesando oltretutto opinioni personali non certo richieste dalla situazione a dir poco delicata. Tra le righe egli sembra quasi voler banalizzare l’invio della nota immagine da parte del giudice Mauro Ermani alla segretaria del TpC, che oltretutto all’epoca era già da tempo vittima di mobbing.
In merito all’esposto inviato dai miei clienti al procuratore generale (PG) in data 22 luglio 2024 (ultimo termine utile ai sensi dell’art. 31 del Codice penale), che secondo il presidente del CdM avrebbe peggiorato la situazione, osservo quanto segue. Dopo aver subito informato lo stesso presidente, con lettera 30 luglio ho esplicitamente chiesto al PG di sospendere la trattazione del procedimento, in quanto mi era stato comunicato che a breve sarebbe avvenuto un incontro conciliativo. Mi sfugge il motivo per il quale lo stesso PG, ad una decina di giorni dalla ricezione di questa chiara richiesta, abbia ritenuto in tutta fretta di sollecitare la nomina da parte del Consiglio di Stato di un procuratore pubblico straordinario con questo compito".