Il vicesindaco di Locarno: “Si eviterebbe cosi di votare un credito per ogni opera, con il rischio di vederla naufragare per questioni meramente politiche o di interesse regionale”
di Paolo Caroni *
Prendo spunto dalle interessanti riflessioni fatte dalla deputata in Gran Consiglio Amanda Rueckert il 27 gennaio su Liberatv in merito al problema dei referendum cantonali per progetti stradali regionali. Rueckert scriveva che progetti regionali indispensabili per il benessere della popolazione naufragano o rischiano di naufragare perché le loro sorti sono decise da tutta la popolazione del Cantone in caso di referendum. Regioni del Cantone non direttamente interessati ai singoli progetti possono infatti avere la tentazione di bocciarli per vari motivi: per garantirsi i finanziamenti per progetti che riguardavano la loro regione, per scarsa conoscenza dei problemi o per semplice ‘invidia campanilistica’.
Insomma a volte rischia di scatenarsi una sorta di battaglia tra regioni per potersi accaparrare i finanziamenti necessari ai propri progetti.
Ammetto che lo spunto di riflessione - ovvero che in caso di referendum sia solo la popolazione della regione coinvolta ad esprimersi - può essere interessante, ma intravedo le stesse criticità che Rueckert ha già indicato nel suo articolo.
Certo, la questione sollevata non è di facile soluzione: campanilismi, opportunismo elettorale, gelosie o invidie regionali, eccetera, possono far naufragare progetti di interesse regionale e di conseguenza penalizzare una regione per decenni, ben oltre l'aspetto della mobilità. Penso ad esempio alle implicazioni economiche che una regione come il Locarnese subisce a causa della biblica attesa di un collegamento diretto con la rete autostradale nazionale.
Una soluzione al problema potrebbe essere quella di prevedere che il Governo presenti al Parlamento un programma di sviluppo strategico delle strade cantonali. Dovrebbe essere una sorta di documento programmatico in cui vengono indicate le opere infrastrutturali stradali previste nel quadriennio. Il Parlamento avrebbe quindi l'occasione di valutare nell'insieme ed in un pacchetto unico cosa e con quale tempistica il Governo intende eseguire opere di ammodernamento e/o di potenziamento delle vie di comunicazione nel cantone.
Parallelamente potrebbe essere creato un fondo per le strade affinché, sia per la manutenzione sia per gli investimenti, il Governo abbia le risorse necessarie per la manutenzione delle strade ma anche per realizzare quanto previsto nel programma di sviluppo strategico quadriennale.
Evidentemente una simile soluzione dev'essere approfondita e valutata nei dettagli.
I diritti democratici sarebbero garantiti dal fatto che il documento programmatico verrebbe approvato dal Parlamento e potrebbe essere soggetto a referendum facoltativo. Il finanziamento delle opere sarebbe per contro garantito dal fondo.
Si tratterebbe di un cambiamento di paradigma: gli investimenti per le infrastrutture stradali verrebbero approvati dal Parlamento in unico pacchetto per il quadriennio, con un credito quadro, ed il finanziamento sarebbe assicurato dal fondo citato. Si eviterebbe cosi di votare un credito per ogni opera, con il rischio di vederla naufragare in referendum popolare unicamente per questioni meramente politiche o di interesse regionale.
* vicesindaco di Locarno, candidato PPD al Gran Consiglio