CORONAVIRUS
L'appello di AITI: "Un secondo lockdown non sarebbe sostenibile per l'industria ticinese"
L'Associazione Industrie ticinesi: "Le conseguenze economiche e sociali per la popolazione sarebbero catastrofiche e porterebbero al fallimento numerose imprese"
TIPRESS

TICINO – "Un secondo lockdown non sarebbe più sostenibile per l’industria ticinese". È quanto afferma l'Associazione Industrie ticinesi in un comunicato stampa i cui ribadisce "la forte preoccupazione per un eventuale secondo lockdown".

"Le imprese industriali del Cantone – continua la nota – hanno finora mostrato senso di responsabilità nella tutela della salute dei collaboratori e sono confrontate a una situazione congiunturale difficile, che sta ulteriormente peggiorando. Le conseguenze economiche e sociali per la popolazione sarebbero catastrofiche e porterebbero al fallimento di numerose imprese e a inevitabili ristrutturazioni con conseguente aumento considerevole della disoccupazione. Durante la prima fase della pandemia e anche nel periodo successivo, le imprese hanno mostrato senso di responsabilità applicando coscienziosamente le misure di protezione della salute dei collaboratori e di distanziamento sociale. Questa situazione perdura tuttora e i controlli effettuati dagli ispettori del lavoro e dalla SUVA dimostrano che le imprese industriali si comportano in modo corretto".

"L’aumento dei casi di contagio al quale stiamo assistendo in questi giorni avviene principalmente al di fuori delle aziende.
AITI continua comunque a ribadire l’invito alle aziende di applicare scrupolosamente tutte le regole emanate dall’autorità a protezione della salute dei collaboratori e il ricorso laddove possibile allo smart working per tutte quelle attività che lo consentono".

Fermare l’aumento del numero delle infezioni

"Da giorni il numero delle infezioni in Svizzera è in aumento e la situazione deve essere affrontata con tutta la serietà necessaria. Il numero delle ospedalizzazioni e delle persone realmente ammalate è per fortuna ancora molto contenuto, non tale da giustificare per il momento interventi drastici. Per questa ragione le autorità, le aziende e la popolazione devono fare tutto il possibile per impedire un secondo lockdown, attraverso decisioni e atteggiamenti responsabili. Le autorità, in primo luogo il Consiglio di Stato, portano la grande responsabilità di prendere decisioni giustificate e proporzionate all’evolvere della situazione, evitando di alimentare situazioni di panico che possono facilmente svilupparsi".

Situazione congiunturale in rapido peggioramento

"La situazione congiunturale del settore industriale sta peggiorando – sostiene l'AITI – Per un settore che esporta mediamente l’80 % della produzione, l’evoluzione dei mercati a livello internazionale resta negativa. Gli ordinativi sono fortemente ridotti in diversi rami di attività e processi di ristrutturazione e licenziamenti ben difficilmente potranno essere evitati nei prossimi mesi. Per cercare di evitare il fallimento di attività e aziende sane e forti prima della pandemia e di
conseguenza la perdita di numerosi posti di lavoro a medio termine, è necessario l’impegno di tutti per impedire un secondo lockdown, che avrebbe conseguenze catastrofiche per la nostra economia e quindi per tutta la società".

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