Ex Macello, Michele Bertini risponde a Giorgio Giudici: "Sarebbe sbagliato non intervenire per paura delle reazioni. Se bisognerà passare dallo sfratto..."
Il vicesindaco di Lugano: "lo sgombero non è l'obiettivo principale, ma nel caso lo affronteremo. Perché, come Municipio, dovremmo rinunciare a valorizzare l'area?"
© Ti-Press / Gabriele Putzu
LUGANO – "Lo sgombero del centro sociale sarebbe uno sbaglio da non commettere". Questo, in sintesi, il pensiero dell'ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici in merito all'eventuale sfratto dei molinari dall'ex Macello.
Dichiarazioni, quelle rilasciate ieri dallo storico sindaco a Tio, che hanno contribuito ad alimentare ulteriormente il dibattito sulla tematica. Il Municipio, lo ricordiamo, sarebbe intenzionato a spendere 26,5 milioni di franchi per la riqualifica dell'ex Macello e l'inserimento di nuovi contenuti legati al tempo libero, agli eventi e alla cultura, mentre i molinari si sono espressi in maniera chiera: "Qui siamo e qui resteremo".
Alle parole di Giudici succedono quelle del vicesindaco e responsabile del Dicastero polizia Michele Bertini, il quale al Cdt ha spiegato che "l'idea è quella di riqualificare l'area e donarla a tutti i luganesi. È questo l'obiettivo da tenere a mente, non lo sgombero".
"Se – aggiunge al quotidiano Bertini – per raggiungere quest'obiettivo bisognerà passare da uno sgombero (dipende da come si evolverà la discussione con gli autogestiti), allora lo affronteremo".
Rispondendo alle affermazioni di Giudici, Bertini giudica "sbagliato non fare niente per paura delle reazioni". "Perché, come Municipio, dovremmo rinunciare a valorizzare l'ex Macello? Perché qualcuno la tiene in ostaggio?".