Il segretario Uil frontalieri di Como: "È giunto il momento di appurare se davvero ci sono comportamenti differenti da parte della polizia ticinese in base alla nazionalità"
COMO – "Credo che sia giunto il momento di appurare se davvero ci sono comportamenti differenti da parte della polizia ticinese in base alla nazionalità. Le autorità del Canton Ticino dovrebbero aprire un'inchiesta. Lo stesso dovrebbe fare il comando della polizia cantonale". Si è espresso così alla Provincia di Como il segretario della Uil frontalieri di Como Roberto Cattaneo in merito al ravvicinato licenziamento di due frontalieri italiani protagonisti, nel giro di pochi giorni uno dall'altro, di insulti alla polizia ticinese via social.
Dopo il caso della donna italiana che ha etichettato i poliziotti ticinesi come "razzisti e ignoranti", settimana scorsa è stato il turno di un frontaliere dipendente della Rapelli di Stabio che su Facebook ha attaccato la Polizia giurando "che quando vado in pensione vi ammazzo tutti, sbirri svizzeri bastardi".
Cattaneo spiega al quotidiano che "le segnalazioni di frontalieri che denunciano disparità di trattamento tra svizzeri e italiani da parte della polizia ticinese per infrazioni al Codice della strada si stanno moltiplicando. Certo il proclama di violenza lanciato dal frontaliere varesino, poi licenziato venerdì dalla Rapelli, è inaccettabile".
Ancora più duro è stato il presidente dello Sportello dei Diritti Giovanni d'Agata, che a Ticinonews ha invocato "l'intervento del ministro degli Esteri. Il licenziamento è un fatto gravissimo e se c'è stata offesa o villipendio si deve procedere nelle sedi opportune, ma non con quella che verrebbe percepita come una rappresaglia contro i frontalieri".