Il Consigliere Nazionale UDC si sfoga su Facebook dopo l'ennesima provocazione del capitano della 'Nati': "Mostra non curanza del ruolo che riveste"
SVIZZERA – Il capitano della Nazionale Svizzera di calcio Granit Xhaka ci è ricascato. Dopo aver sollevato numerose polemiche con l’esultanza dell’aquila bicipite durante i Mondiali in Russia, il centrocampista dell’Arsenal ha ripetuto lo stesso gesto in occasione di un incontro di beneficenza disputatosi a Pristina, in Kosovo.
Un’esultanza che non è passata inosservata in Ticino suscitando le reazioni di diversi politici. Altamente deluso il Consigliere Nazionale UDC Marco Chiesa che su Facebook critica (nuovamente) il capitano rossocrociato.
“Dopo aver promesso – scrive – davanti a tutta la Svizzera che l'ostentazione dell'aquila bicipite sarebbe rimasto un gesto relegato ad un singolo episodio sportivo durante in mondiali in Russia e alla fotografia social con la compagna, il capitano della selezione svizzera di calcio ci ricasca ancora”.
E ancora: “L’Aquila bicipite è il simbolo dell’Albania e dell’Albania etnica, oltre ad essere l’emblema dell’UCK ovvero dell’Esercito di liberazione del Kosovo. Il 5 settembre 2018 lo stesso giocatore affermava: “Se rifacessi il gesto dell’aquila bicipite? Sarei stupido, non lo farò più in futuro””.
Secondo Chiesa, Xhaka ha mostrato “non curanza del ruolo che riveste, delle sensibilità che aveva promesso responsabilmente di rispettare e delle sue stesse parole. Ha sentito nuovamente l’esigenza di riproporre il contestato gesto sul campo da gioco, riportando di fatto nuovamente la politica nel contesto sportivo. Proprio dove non dovrebbe trovare terreno fertile. Un gesto identitario che inevitabilmente divide e scatena tensioni”.
“Trattandosi – continua – di reiterate provocazioni politiche di uno sportivo eletto a simbolo dei colori rossocrociati, del riverbero sul suo ruolo, sul ruolo del nostro Paese, sulla nostra politica di integrazione e sulle persone che credono nei valori svizzeri, il comportamento non é certo banalizzabile.
Poi conclude: “Per me esiste solo una Svizzera neutrale e indipendente, costruita così dalle generazioni che ci hanno preceduto. Una Svizzera che merita rispetto e deve rimanere tale. Altro è integrazione non riuscita o becera stupidità”.