CRONACA
La crisi dei benzinai ticinesi. "Così non possiamo andare avanti"
Una decina di distributori ha dovuto arrendersi. "Se la situazione non dovesse cambiare, sono almeno una trentina le pompe di benzina che rischiano di sparire"

MENDRISIO – Continuano a soffrire i benzinai ticinesi. "La situazione - dice Pietro Lurati, responsabile marketing del gruppo Euro Service, al Corriere del Ticino – è in continuo peggioramento dal mese di marzo". Luca Giampietro, amministratore delegato di City Carburoil, ha commentato al quotidiano l'ulteriore proroga del taglio delle accise decisa dal Governo italiano. "Non possiamo sopravvivere con questi volumi. Una decina di stazioni di servizio ha già chiuso e altre chiusure sono all'orizzonte".

A pochi passi dal confine, la situazione è tragica. "Nella fascia di confine, il calo di fatturato è attorno al 90%. Nel Luganese la perdita si aggira sul 35% e nel Sopraceneri sul 25%. Inutile dire che le zone di confine sono in ginocchio. Ormai i ticinesi fanno benzina in Italia".

Cosa fare, quindi? Sempre Giampietro: "Pensavamo che l'aiuto statale deciso da Roma durasse un mese o poco di più. Oggi lo scenario è cambiato. Se la situazione non dovesse cambiare, sono almeno una trentina le pompe di benzina che rischiano di sparire in Ticino. Temo che a gennaio molte realtà dovranno fare una seria riflessione sul futuro".

 

 

 

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