UBS ha comunicato che acquisirà totalmente le attività svizzere di Credit Suisse. "Si tratta di una delle fusioni più complesse della storia", ha spiegato il CEO. "L'operazione presenta rischi significativi"
BERNA - UBS integrerà completamente le attività svizzere di Credit Suisse, nell'ambito della fusione che sarà completata legalmente nel 2025. Ciò non eviterà però la perdita di un numero importante di posti di lavoro: si parla di circa 3000 licenziamenti in Svizzera: 1'000 di questi riguardano l'integrazione di CS Svizzera nel gruppo bancario, mentre altri 2'000 concernono altre aree di attività locali. Sono alcuni dei dati salienti citati da Sergio Ermotti durante una teleconferenza con gli analisti, che fa seguito a un comunicato di 11 pagine dove si annunciava la decisione di integrare del tutto le attività nazionali della banca rilevata.
Le due banche continueranno a operare singolarmente, ciascuna col proprio marchio, sino al 2024, tramite una graduale migrazione della clientela di Credit Suisse verso UBS. I cambiamenti, dunque, per i privati saranno ben pochi, al momento. Le attività di sponsorizzazione che caratterizzano da anni CS. Come quella per la Nazionale, proseguiranno almeno sino al 2025.
Per quanto concerne l'operazione di integrazione delle attività di Credit Suisse nella struttura UBS, viene spiegato come essa "presenta rischi significativi, tra cui il rischio che UBS Group AG non sia in grado di conseguire le riduzioni dei costi e altri vantaggi previsti dall'operazione. Questo crea un’incertezza significativamente maggiore sulle dichiarazioni previsionali".
L'acquisizione, definita "una delle più complesse fusioni della storia" da Ermotti, ha però portato un utile record nel secondo semestre del 2023 per UBS, ben 28,9 miliardi di dollari (25,4 miliardi di franchi) che include un utile contabile di pari importo derivante dal fatto che l'istituto concorrente è stato rilevato, anche con l'aiuto di garanzie statali, a un prezzo nettamente inferiore al suo valore.
"Non stiamo sprecando tempo, a due mesi e mezzi dall'operazione", ha aggiunto. "Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura. Questa combinazione rafforzerà la nostra posizione globale come azienda di primo piano: una di cui il nostro mercato svizzero può essere orgoglioso. Siamo onorati da questo compito e dalla responsabilità che ci è stata affidata".
I posti di lavoro persi, però, sono molti, come si prevedeva. Ora si ha anche una cifra precisa, 3'000.