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Il Federalista
04.10.2024 - 11:290

Evviva i Rösti con patate OGM

Analisi della proposta del Consigliere Federale UDC di superare la moratoria che in Svizzera impedisce di sviluppare piante più resistenti e meno bisognose di fertilizzanti e pesticidi

di Luca Robertini - articolo pubblicato su ilfederalista.ch

Rispetto a qualche anno fa se ne parla molto meno, e di riflesso ve ne abbiamo parlato poco anche noi. Ma il tema è di grande interesse. Ci riferiamo ai così detti OGM, “organismi geneticamente modificati”. L’occasione per tornare sul tema ce la offre oggi il consigliere federale Albert Rösti, il quale propone (a riportarlo è il “TagesAnzeiger”) di regolamentare la nuova ingegneria genetica attraverso una legge speciale.

Con quale intento? Con l’intento preciso di introdurre un regolamento che disciplini un certo tipo di nuove tecniche genomiche (le NGT, vedremo tra poco nel dettaglio di cosa si tratta), allo scopo di liberarle dalla moratoria sull’ingegneria genetica in vigore da quasi due decenni: essa escludeva che animali e piante geneticamente modificati potessero essere importati o messi sul mercato in Svizzera.

La moratoria aveva inizialmente una durata di 5 anni, ma essa è stata in seguito regolarmente prolungata di quinquennio in quinquennio, tanto che la sua scadenza è al momento prevista per il 2025.

L’OGM evolve: ecco le NGT

Ma vediamo di chiarire lo stato dell’arte. Cosa sono le nuove tecniche genomiche? E come i suoi prodotti si differenziano dagli OMG tradizionali? Le NGT consistono essenzialmente in nuovi metodi per introdurre modifiche specifiche nel DNA di piante e animali. Si tratta di tecniche che, in buona parte dei casi (quelli che interessano la proposta di Rösti) non utilizzano materiale genetico estraneo, ovvero che proviene da specie che in natura non potrebbero incrociarsi con quella che viene modificata, come invece accadeva in alcuni casi per gli OGM tradizionali.

I risultati ottenuti tramite le NGT sono dunque simili a quelli che potrebbero essere ottenuti, in tempi estremamente dilatati, tramite metodi tradizionali, come ad esempio l'ibridazione (l’incrocio fra organismi appartenenti a razze o varietà diverse).

La missione rimane dunque la medesima degli OGM tradizionali: le NGT aiutano a sviluppare piante più resistenti e meno bisognose di fertilizzanti e pesticidi.

L’Europa si muove, ma c'è chi punta i piedi

L’Unione Europea è già propensa a legiferare per agevolare notevolmente l’utilizzo e la commercializzazione di “quelle piante NGT che sono considerate equivalenti alle piante convenzionali”, ovvero appunto quelle modificate senza l’ausilio di geni provenienti da specie “non in grado di incrociarsi naturalmente".

La proposta di Rösti, tuttavia, sembra ancora spaventare gli storici oppositori dell’ingegneria genetica. I critici si limitano ad affermare di non capire perché sia necessaria una legge speciale, laddove una legge sull’ingegneria genetica esiste già. Ma dalle affermazioni riportate dallo stesso “TagesAnzeiger” si evince come a prevalere, tra chi è contrario alla proposta del consigliere federale, sia la paura che le nuove tecnologie genetiche si diffondano a macchia d’olio, senza regole e procedure di approvazione.

Paura, questa, che nel 2024 non può che apparire fondata sul perpetuarsi di un abbaglio ideologico collettivo che per vent’anni ha stigmatizzato (senza mai presentare valide prove scientifiche) gli OGM, considerandoli alla stregua di “diabolici” prodotti in grado di distruggere il mondo e l’umanità.

Il parere della scienza

Che la paura sia infondata lo dice infatti la scienza. E in modo del tutto unanime. Già nel 2013 era emerso che la lotta ecologista contro gli OGM prendeva spunto da uno studio “fondato su ricerche non verificabili”.

Ma ancora più significativo l’appello lanciato nel 2016 da 110 premi Nobel (in campi come medicina, chimica, fisica ed economia) che chiedeva all’organizzazione ambientalista Greenpeace di riconsiderare la sua posizione nei confronti degli OGM.

Gli scienziati chiedevano in particolare che Greenpeace abbandoni la sua campagna contro il così detto Golden rice (il “Riso d’oro”), una varietà di riso OGM che “ha il potenziale di ridurre o eliminare gran parte delle morti e delle malattie causate da una carenza di vitamina A, che ha un grande impatto sulle popolazioni più povere dell’Africa e del Sudest asiatico”.

OGM, uno storico spauracchio

L’invenzione del “riso d’oro” fu resa pubblica nel 2000 come esito di una ricerca durata otto anni e condotta da Ingo Potrykus, del Politecnico federale di Zurigo, e Peter Beyer dell'Università di Friburgo.

Potrykus, in particolare, è da sempre in prima linea nel difendere l’OGM come strumento per combattere la fame nel mondo. E a chiedersi per quale ragione, se le tecniche tradizionali che modificano in maniera grezza e imprecisa il genoma di una pianta non suscitano problemi, quando ciò si operi con la tecnica del DNA ricombinante, con il risultato di una piccola e precisa modifica di un solo gene, si debba sottostare a controlli rigidi, severi e costosi, affrontando per giunta campagne infamanti.

Ancora oggi, a causa di restrizioni simili alla moratoria svizzera imposte in altri paesi del Mondo, realizzare una pianta modificata geneticamente è molto costoso: ma non perché a costare sia la produzione, bensì le svariate e severe procedure di controllo.

Ed è così che anche nella piccola Svizzera l’OGM, e anche le più nuove NGT, faticano a prendere il volo. A quando, dunque, i primi Rösti con patate OGM?


 

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