Il direttore del Corriere del Ticino si schiera senza se e senza ma con il ministro delle finanze: "Chi ha redditi bassi non beneficia dello sgravio? Certo, per questo cittadini c'è la politica sociale..."
LUGANO - Christian Vitta ha ragione: giusto abbassare le imposte. Non ha dubbi Fabio Pontiggia che, nell’editoriale pubblicato oggi sul Corriere del Ticino, schiera il giornale a sostegno delle ricette fiscali del ministro delle finanze.
Il direttore del CdT, in premessa, fa il punto sulla salute dei conti pubblici, aggiornata ieri dal Governo con la pubblicazione del preconsuntivo: “Quest’anno - scrive - per la prima volta il gettito fiscale dato dall’imposta sul reddito e sulla sostanza delle persone fisiche supera il tetto del miliardo di franchi. (…) Un gettito che riflette – checché ne dicano le cassandre di turno – un rafforzamento non da poco della base economica del nostro cantone e dei redditi conseguiti da chi lavora”.
“Di fronte ad un’evoluzione così - argomenta Pontiggia andando al nocciolio della questione - un intervento sostanzioso di politica fiscale a beneficio delle persone fisiche e giuridiche si impone. Da troppo tempo il riformismo fiscale è fermo (o quasi). La proposta formulata dal consigliere di Stato Christian Vitta, va pertanto assolutamente nella giusta direzione. La riduzione del coefficiente d’imposta (ossia del moltiplicatore cantonale) dal 100% al 95% è un intervento tanto semplice quanto efficace per lasciare più reddito nelle disponibilità dei cittadini che pagano le imposte e più risorse alle aziende che devono continuare a investire e a confrontarsi con la concorrenza. La diminuzione di 5 punti del moltiplicatore cantonale lascerebbe a cittadini e imprese circa 70 milioni di franchi all’anno (il coefficiente cantonale si applica all’imposta sul reddito e sulla sostanza delle persone fisiche e all’imposta sull’utile e sul capitale delle persone giuridiche), senza far deragliare i conti pubblici”.
Il direttore del Corriere ribatte dunque alle critiche che sono state mosse a Vitta, nelle ore successive all’annuncio della riforma fiscale: “Lo sgravio ignora il ceto medio? No, per nulla. Lo sgravio si applica nella stessa proporzione a tutte le fasce di reddito. In più occorre considerare che le precedenti riforme fiscali erano andate a beneficio soprattutto dei redditi medi (e in particolare delle famiglie con figli). Intervenire oggi in modo differenziato sulle aliquote rischia di rendere la scala estremamente ripida proprio nelle fasce di mezzo, penalizzando anche il minimo incremento di reddito. Senza contare che la nostra scala è già oggi molto molto sociale. Chi ha redditi bassi non beneficia dello sgravio? Certo, per il motivo che non paga imposte ed è quindi già aiutato dal fisco nella misura massima possibile. Gli interventi mirati a favore di queste categorie di cittadini si fanno con la politica sociale, non con la politica fiscale”.