POLITICA E POTERE
Il Mattino come la sinistra: "La riforma fiscale proposta da Vitta è uno spot elettorale"
Duro affondo del direttore del domenicale leghista contro lo sgravio del 5% proposto dal ministro PLR: "Al Ticino serve una riforma mirata a vantaggio di ceto medio e single"
© Ti-Press / Sara Solcà

LUGANO - “Quella riforma è uno spot elettorale di Christian Vitta”. Stesse parole, mittente diverso. Questa volta a cannoneggiare contro lo sgravio fiscale del 5% a favore di tutti i cittadini - tramite l’abbassamento del moltiplicatore cantonale - proposto dal ministro delle finanze, è il Mattino della Domenica.

Il foglio leghista, con un articolo firmato dal direttore Lorenzo Quadri, utilizza infatti lo stesso argomento con cui sia i socialisti, che la sinistra radicale di Franco Cavalli, ha criticato la misura.

“Ma guarda un po’! - scrive Quadri - “Grazie” alla partitocrazia ed al PLR in primis (che gestisce il DFE dai tempi del Diluvio universale o giù di lì) il Ticino in campo fiscale è fermo al palo da 15 anni. Ma improvvisamente, quando mancano pochi mesi alle elezioni, gli sgravi vengono tirati fuori dalla tomba. Per poi venire prontamente riseppelliti una volta passato il periodo elettorale. Sicché il solito sfigato contribuente resta con un palmo di naso ed a bocca asciutta”.

Il direttore del Mattino elenca quindi una serie di punti per contestare la riforma Vitta: “Giocherellare con il moltiplicatore cantonale in funzione elettorale (prima delle elezioni si abbassa, subito dopo lo si rialza: passata la festa, gabbato lo santo) è una roba assai distante dalla riforma fiscale di cui questo sfigatissimo Cantone ha bisogno. E ne ha bisogno in particolare per il ceto medio, i single e le aziende virtuose: ossia quelle che assumono ticinesi”.

“Già la riformetta fiscale mignon lo scorso mese di aprile - argomenta ancora Quadri - è passata per il rotto della cuffia in votazione popolare, malgrado fosse accoppiata a misure sociali. Qualcuno si aspetta forse che degli sgravi lineari verrebbero accettati? Auguri! Se ci fosse stata (davvero, non solo per far scena) la volontà di procedere ad una riforma fiscale, perché mai governo e parlamento nel recente passato se ne sarebbero usciti con la manovricchia fiscale mignon, che ha completamente dimenticato il ceto medio, preoccupandosi “solo” di evitare la fuga dei migliori contribuenti dall’ “inferno fiscale” ticinese?

“Al Ticino - conclude il direttore del Mattino - serve una riforma fiscale vera. Per riforma fiscale vera si intende una riforma mirata (quindi non lineare) al ceto medio ed ai single per quanto attiene alle persone fisiche, e alle aziende virtuose (quelle che fanno lavorare i ticinesi) per le persone giuridiche. E l’unico modo per ottenerla è un’iniziativa popolare. Perché dalla partitocrazia a Palazzo delle Orsoline non uscirà mai un tubo. Questo mettiamocelo bene in testa!”.

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