Il direttore del Dipartimento istituzioni ha spiegato come intende affrontare la questione. Il presidente dei medici: "Un errore quelle fatturazioni basate sul TarMed"
BELLINZONA - Il direttore del Dipartimento istituzioni, Norman Gobbi, ha spiegato come intende affrontare la questione del famigerato medico del traffico, al centro di una continua raffica di (sacrosante) critiche: statalizzando il servizio e inglobandolo in un istituto cantonale di medicina legale. Lo ha rivelato alla Regione, a margine della conferenza stampa di ieri sulla riorganizzazione della Sezione della circolazione.
A indispettire di più chi finisce nelle grinfie del medico del traffico in seguito a gravi infrazioni stradali sono soprattutto le fatture salate, da pagare anticipatamente.
In Ticino questa figura lavora su mandato del Cantone, ma l’unica ad avere le competenze richieste è la dottoressa Mariangela De Cesare, che ha ottenuto un’abilitazione specifica in base a criteri imposti dalla Confederazione.
Settimana prossima avremo un incontro con la dottoressa – ha detto il ministro – e in prospettiva l’idea “è creare un Istituto di medicina legale di cui faccia parte sì il medico del traffico, ma anche i medici legali attivi sul nostro territorio”.
Sul tema interviene su LaRegione anche il deputato Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici: “I costi delle sue prestazioni sono calcolati con il Tarmed, ma è sbagliato perché il medico del traffico non è pagato dalle casse malati. Proprio per questo l’Ordine ha concordato con il Cantone un forfait di 100 franchi (invece di 120/150) a visita per i dottori chiamati a pronunciarsi sull’idoneità alla guida di anziani e autisti professionisti. Lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato subito per chi si occupa dei casi gravi di guida in stato di inattitudine, ma per ora il Cantone non si è mosso”.