Il Governo ha dato incarico al Capo della Sezione delle risorse umane e al Consulente giuridico del Consiglio di Stato di esaminare gli atti dell’inchiesta penale e le motivazioni scritte della sentenza
BELLINZONA - Ieri la Corte delle assise criminali ha condannato l’ex responsabile dell’Ufficio giovani del DSS a una pena di 120 aliquote giornaliere sospesa per due anni per il reato di coazione. Dal processo è emerso che qualcuno all’interno del Dipartimento sapeva ma non è intervenuto. Oggi il presidente del PPD, Fiorenzo Dadò, e il capogruppo, Maurizio Agustoni, hanno interrogato il Governo chiedendo spiegazioni. E sempre oggi il Consiglio di Stato ha preso posizione sul caso.
“Il Consiglio di Stato – si legge nella nota stampa - ha preso atto della sentenza pronunciata ieri dalla Corte delle Assise criminali nei confronti di un ex-funzionario DSS, a cui già nei mesi scorsi aveva notificato la disdetta del rapporto d’impiego, e una volta conosciute le motivazioni scritte procederà ad accertamenti in relazione all’eventuale gestione inadeguata del caso in seno all’Amministrazione.
Il Consiglio di Stato ricorda che non appena ricevuta comunicazione dal Ministero pubblico, nel giugno dello scorso anno, dell’apertura di un procedimento penale nei confronti di un collaboratore del DSS, ha immediatamente sospeso quest’ultimo dalla funzione e avviato un’inchiesta disciplinare.
Successivamente, dopo aver potuto consultare gli atti del procedimento penale, ritenendo i fatti emersi e ammessi dal collaboratore inconciliabili con la funzione professionale esercitata, ha deciso lo scioglimento per disdetta del rapporto di impiego.
La condanna pronunciata ieri dalla Corte delle Assise criminali, ancorché in primo grado di giudizio, conferma l’adeguatezza di questo provvedimento.
Il Governo ha dato incarico al Capo della Sezione delle risorse umane e al Consulente giuridico del Consiglio di Stato di esaminare gli atti dell’inchiesta penale e le motivazioni scritte della sentenza, una volta che saranno allestite, per procedere ad accertamenti in relazione all’eventuale gestione inadeguata del caso in seno all’Amministrazione”.