Il tema è che la scultura “Luce Divina” posta davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angioli a Lugano, che fa parte della collezione di Helidon Xhixha “Riflessi di Luce”
LUGANO - Quella croce sta facendo discutere. Nelle scorse ore è arrivata un’interrogazione dell’UDC di Lugano, firmata da Alain Bühler, Raide Bassi e Tiziano Galeazzi. Nel pomeriggio una presa di posizione del PPD di Lugano, firmata dal presidente Angelo Petralli, e dal capogruppo, Michel Tricarico.
Il tema è che la scultura “Luce Divina” posta davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angioli a Lugano, che fa parte della collezione di Helidon Xhixha “Riflessi di Luce” e raffigura una croce, verrà spostata dopo le festività pasquali.
“La decisione parrebbe esser frutto di un “fastidio”, o meglio, l’avvicinamento di un simbolo religioso al LAC, secondo taluni in contrasto con le mostre del MASI, parrebbe essere un fastidio” – si legge nell’interrogazione dell’UDC. “Un atteggiamento censorio che non ci saremmo aspettati da un ente che dovrebbe tutelare il diritto d’espressione artistica invece di reprimerlo, anche se d’ispirazione religiosa. Vien da chiedersi se i simboli cristiani siano ancora i benvenuti in città”.
I consiglieri comunali democrentristi chiedono al Municipio “quali sono i motivi del diniego del MASI di permettere la posa della scultura in Piazza Bernardino Luini dinanzi alla Chiesa di Santa Maria degli Angioli, se
il Municipio condivide queste motivazioni e in caso contrario per quale motivo ha deciso di accondiscendere alla richiesta del MASI”.
E ancora: “Il MASI ha potere decisionale su ciò che viene allestito sulla pubblica piazza, in questo caso Piazza Bernardino Luini? Da quando la scultura è esposta vi sono state “reclamazioni” di sorta? Se, sì da parte di chi e per quali motivazioni?”.
La Sezione PPD di Lugano – e con lei molta gente comune – scrive invece di aver appreso “con grande costernazione delle incomprensibili traversie, di cui è stata (e sarà) oggetto la scultura. Si tratta di una gigantesca croce in acciaio, opera dello scultore albanese Xelidon Xhixha, intitolata Luce Divina”.
“Delle venti opere collocate in vari punti di Lugano e che rimarranno visibili fino al 22 settembre, solo questa dovrà essere spostata – si legge nella presa di posizione -. Il motivo? La sua collocazione nei pressi del LAC (anche se dal LAC non visibile!) non va bene ai vertici del MASI, il Museo d'arte della Svizzera italiana.
Non è per nulla chiaro chi abbia da parte del MASI fatto pressioni sul Municipio di Lugano affinché l'opera venga spostata altrove. È per contro chiarissimo il vero motivo dello scandalo: quell'opera non la si vuole perché raffigura una croce, percepita come un simbolo religioso.
Veramente c'è di che rimanere allibiti! Ma come? In ambito artistico sempre si reclama l'autonomia dell'arte da qualsivoglia pressione e poi sono proprio quelli che a Lugano devono occuparsi della programmazione artistica a porre delle censure? E la croce non la troviamo forse anche nella nostra bandiera nazionale?
Le giustificazioni avanzate appaiono assurde: al punto da arrivare ad affermare che ‘la chiesa degli Angioli è un tutt'uno con il LAC’; dimenticandosi forse che quello straordinario monumento di fede e di arte (contenente il celeberrimo affresco di Bernardino Luini raffigurante le vicende della Passione di Gesù e la sua Crocifissione) esiste già da qualche secolo. Di più, il MASI pretenderebbe di avere potere decisionale su tutto ciò che lo circonda: ciò che potrebbe significare porre censure anche sulla programmazione musicale e teatrale e sull'uso di piazza Luini, qualora la stessa non risultasse gradita ai suoi vertici.
Non riusciamo nemmeno a capire come sia possibile che il Municipio abbia accolto la richiesta di spostare l'opera. Vi è una chiara mancanza di coerenza rispetto alla difesa dell'autonomia dell'arte più volte invocata dal nostro Esecutivo.
La Sezione PPD di Lugano è assolutamente contraria allo spostamento di questa scultura e chiede ufficialmente al Municipio di lasciarla dove si trova fino alla conclusione della mostra”.