" Ci opporremo e, se sarà necessario e se saremo in grado di farlo (abbiamo altri importanti campagne che di attendono), ricorreremo anche all’arma del referendum", scrive il Movimento, parlando di pressioni al Governo
LUGANO - L'MPS non ci sta: il Cantone ha aumentato il credito che andrà a aiutare la costruzione del PSE di Lugano a 18 milioni, dopo i 7 promessi inizialmente, ai promotori del referendum che porterà alle urne l'idea non piace.
"Da quando in qua il governo cantonale utilizza soldi pubblici per sostenere la speculazione edilizia?", attacca il Movimento per il Socialismo. Che non è sorpreso dell'aumento del credito promesso: "Da tempo le pressioni sul governo si erano moltiplicate affinché si andasse in questa direzione. Il fatto che questa posizione emerga ora (e sia evidentemente condizionata da una eventuale vittoria del Sì il prossimo 28 novembre), è un elemento che i favorevoli al progetto (di fatto tutti i partiti che siedono in governo) gettano nella campagna a favore del PSE".
"Diciamo subito che questa intenzione del governo (e una sua decisione se questa si concretizzerà dopo il 28 novembre), noi non la condividiamo per nulla. Ci opporremo e, se sarà necessario e se saremo in grado di farlo (abbiamo altri importanti campagne che di attendono), ricorreremo anche all’arma del referendum", spiega l'MPS.
"Al di là delle critiche concrete al progetto PSE (che ci hanno portato a lanciare il referendum) la
decisione governativa è contestabile da altri punti di vista", prosegue la nota.
Ecco le motivazioni: "La prima, fondamentale, è che il governo non può nascondersi dietro l’idea che interviene con un importante contributo perché convinto della necessità di sostenere il progetto sportivo (stadio e palazzetto). In realtà (e indipendentemente dalle forme che prenderà questo contributo – ancora non chiare), si tratterà, in ultima istanza, di un finanziamento al PSE: cioè non solo al “polo sportivo”, ma all’insieme del progetto, cioè a quel “quartiere speculativo” all’interno del qual è inserita la parte sportiva che, ricordiamo, rappresenta poco più di un terzo dell’operazione complessiva PSE. Per quale ragione il denaro pubblico dei contribuenti e delle contribuenti di tutto il Cantone deve essere di fatto messo a disposizione di una grande impresa con capacità milionarie come la HRS e di un colosso finanziario come il Credit Suisse che dirigono tutta l’operazione PSE?", si chiede il Movimento per il Socialismo.
Che aggiunga un'altra riflessione: "È suggerita dalle continue esternazioni del capo delle finanze cantonale, Christian Vitta, sulla necessità di rivedere strutturalmente le spese del Cantone, sulla necessità di concedere crediti e prestazioni in modo oculato, vagliandole sulla base di motivate priorità: il tutto alla luce delle conseguenze della pandemia sull’attività economica e sulle prospettive finanziarie che non sembrano delle migliori. Appare quindi perlomeno curioso che, in questo contesto e con la situazione qui sopra richiamata, il governo trovi addirittura spazio per un contributo di 18 milioni per un progetto che (a parte le strutture sportive – il cui “interesse cantonale” è ancora tutto da dimostrare) non ha nessuna urgenza e nessun interesse per lo sviluppo del Cantone".