Il legale di Norman Gobbi "pizzica" il presidente del Centro e aggiunge: "Dopo tre settimane posso dire che...". La replica di Maurizio Agustoni
MELIDE - È un vero e proprio "pizzicotto" quella che Renzo Galfetti ha tirato a Fiorenzo Dadò. Intervenuto ieri sera a Detto tra Noi su Teleticino (per rivedere la trasmissione clicca qui), l’avvocato chiassese, legale di Norman Gobbi, ha rilasciato poche parole con accento polemico verso il presidente del Centro, autore dell’ormai celebre interpellanza che ha dato il via al caso.
Pur premettendo che se si fosse discusso della vicenda dell’incidente stradale che ha coinvolto il suo assistito, non avrebbe partecipato alla trasmissione - per ovvie questioni di opportunità - Galfetti ha dichiarato quanto segue: “Torvo bizzarra la definizione di “caso Gobbi”. Con il comunicato stampa del 21 marzo, avevo detto che il comportamento del Consigliere di Stato era stato irreprensibile. Oggi, passate tre settimane, con tutto quello che mi risulta, posso riconfermare che il suo comportamento è stato assolutamente irreprensibile. Così come pure quello degli agenti. Quindi forse piuttosto che di caso Gobbi sarebbe più corretto parlare di caso Dadò”.
“La gente - ha aggiunto l’avvocato di Gobbi - ne ha piene le scatole di sentir parlare di illazioni e di false verità, definite “da fonte fededegna”, quando in realtà provengono da lettere anonime”.
Asciutta la replica di Maurizio Agustoni, presente in studio: “Quando il Consiglio di Stato risponderà all’interpellanza Dadò, sarà possibile stabilire se si tratta di un caso Dadò, di un caso Gobbi, di un caso polizia cantonale o se non si tratta di un caso del tutto”.
Scintille tra Galfetti e il capogruppo del Centro anche in un altro passaggio del programma, sempre con riferimento al caso Gobbi. A proposito della riforma del Ministero Pubblico, attualmente al vaglio del Consiglio di Stato, Agusoni ha ribadito quanto già dichiarato a Liscio&Macchiato: con l’inchiesta del Procuratore Generale aperta per far luce sulla vicenda, sarebbe in questo momento poco opportuno a livello di tempistiche che il Governo licenzi una proposta, promossa dal DI, che dà più poteri proprio al PG. Tesi peraltro rilanciata stamattina sul Corriere del Ticino da Fiorenzo Dadò: “La contraddizione è palese e la tempistica quantomeno strana, lo possono vedere tutti che questo crea qualche problema di opportunità. C’è un’inchiesta in corso su un incidente della circolazione che vede coinvolto anche Gobbi. Non crediamo sia opportuno che si esca con una proposta di potenziamento della direzione del Ministero pubblico che tra l’altro va a esaudire tutte le richieste finora inascoltate del Procuratore generale, il titolare dell’inchiesta stessa”.
Ma torniamo a Detto tra noi. “Questa è ipocrisia”, ha replicato Galfetti ad Agustoni. “Il Consigliere di Stato Gobbi è il direttore del DI, ha questa competenza e sono anni che è sul tema, almeno dal 2016. Adesso finalmente porta in Coniglio di Stato una proposta di ristrutturazione del Ministero Pubblico, che è auspicata da tutti. Perché è stato coinvolto in un incidente stradale dovrebbe non presentare il messaggio? Siamo un paese dei campanelli!”
“È talmente non coinvolto che si è autosospeso dalla conduzione politica della polizia cantonale…”, la contro replica piccante del capogruppo del Centro. “Lo ha fatto solo per via delle polemiche”, ha concluso Galfetti.