Il presidente dell'EOC fa il punto sul passaggio dell'ospedale del cuore al settore pubblico. "Siamo all'alba di un grande progetto universitario, mi spiacerebbe se tutto questo fosse messo in pericolo per garantire gli interessi privati di alcune famiglie. Il Governo ribadisce quanto voluto da Zwick"
LUGANO – Si torna a parlare del Cardiocentro, o meglio lo fa il presidente dell’EOC Paolo Sanvido, che non risparmia frecciate all’ospedale del cuore.
“Siamo all’alba di un grande progetto universitario che trasformerà la sanità del Ticino. Mi spiacerebbe proprio se tutto questo fosse messo in pericolo per garantire gli interessi privati di alcune famiglie”, esordisce sul Caffè, e ribadisce come la volontà di Zwick era che dopo 25 anni il Cardio confluisse nell’EOC.
“Il Consiglio di Stato ha avanzato una serie di richieste e ha ribadito, in modo definitivo, la sua posizione che, d’altronde, riflette la volontà del fondatore del Cardiocentro, il dottor Edward Zwick, che voleva un Cct pubblico che fosse di tutti i ticinesi”, prosegue, quando gli si domanda se è vero che il ruolo di mediazione del Governo è in stallo: assolutamente no, “ha invitato il Cardiocentro a tornare al tavolo delle trattative fornendo una serie di informazioni utili a definire assieme a noi il nuovo progetto di Istituto Cct. L’EOC da quel tavolo non si è mai alzato".
Sanvido fa notare come lo stesso Cardiocentro “non ha ancora spiegato dettagliatamente quali siano le sue attività di ricerca e come si spendono i soldi". Non sono arrivate risposte neppure in tema di posizioni salariali dei dipendenti. “Questa situazione di stallo è deplorevole, ma non può essere addebitata all’EOC".