Una ragazza e sua mamma hanno parlato a TeleTicino. "I vertici del club sapevano tutto. Mia figlia mi chiedeva di non intervenire per non essere emarginata". Di ieri la notizia che l'allenatrice momentaneamente non lavorerà più sul ghiaccio
LUGANO - Spesso basta sollevare un velo per aprire il vaso di Pandora. E così sta succedendo per quel che riguarda la situazione interna al Club Pattinaggio Lugano, finito al centro dell'Ice Skating Gate di cui si sta tanto parlando, portato alla luce da liberatv nei giorni scorsi. Infatti dopo la notizia della sentenza del Tribunale Arbitrale di Ice Swiss Skating, altre persone hanno deciso di parlare. Qualcuno l'ha fatto contattando la redazione di liberatv, ora una mamma e una figlia di sono rivolte a TeleTicino, parlando di insulti e situazioni deplorevoli.
"Mia figlia ha smesso nell’ottobre dell’anno scorso dopo diversi problemi avuti con i due allenatori, dopo essere stata ripetutamente denigrata in pista con frasi tipo: ‘Cosa continui a pattinare che fai cag…”., ha raccontato un'altra mamma a liberatv. Aveva anche incontrato l'istruttore della ragazza e parlato con la direttrice, ha spiegato.. "Mi sento presa in giro quando sento dire che il Comitato del Club non sapeva quello che accadeva. Anni di parolacce e di insulti, urla in allenamento, continuamente e verso chiunque. Ma alla fine finiva tutto a tarallucci e vino. Oggi mia figlia ha il rigetto per il pattinaggio, non vuole nemmeno più vedere le sue foto e i suoi video”.
Un'altra persona ha usato parole pesanti. “Era un ambiente orrendo. E tutti sapevano. Ho visto e assistito a tanti insulti alle ragazze, anche da parte di altri istruttori. E sono loro che hanno pagato sulla loro pelle quello che hanno subito. Una volta ho visto una ragazzina tirata per i capelli e sbattuta fuori dalla pista. C’erano testimoni, ma in quell’ambiente regnano purtroppo l’omertà e la paura. E poi l’istruttrice di cui si parla in questi giorni è protetta ed è una manipolatrice”.
Ora arrivano altre voci, questa volta a TeleTicino. "All'inizio eravamo trattati più o meno tutti allo stesso modo, anche se ovviamente c'era chi era più bravo. Ma poi tutto è precipitato", ha spiegato amaramente una giovane. "Mi facevano passare per scarsa. Ci ridevamo sopra però le parole colpivano, perchè magari in quell'esercizio avevamo messo tutte noi stesse e ci sentivamo dire che era una cag..... A me non è successo molto ma alcune mie compagne si sono sentite rivolgere osservazioni davvero brutte, anche parolacce. Venivamo trattate male se non facevamo le cose perfette, pensando di spronarci".
La madre ha raccontato di aver cercato, con altre mamme, un confronto con allenatori e vertici. Ma i problemi non venivano risolti, malgrado la presidente del Comitato, Fausta Alberti Meroni, fosse a conoscenza di tutto. Addirittura, quando una famiglia si lamentava, poi la figlia veniva isolata e non più seguita.
"L'allenatrice mi urlò che sono una bugiarda, ridendo e prendendomi in giro", ha proseguito la ragazza. "Mi ha detto che sperava che mi strozzassi, a quel punto decisi di lasciare". Secondo la mamma, l'istruttrice sosteneva che la giovane inventasse tutto. Che chiedeva ai genitori di non intervenire e si è portata diverse insicurezze sul ghiaccio e fuori.
Le famiglie di due giovani e promettenti pattinatrici, costrette a lasciare il club a causa dei maltrattamenti subiti da una istruttrice, si erano rivolte al Tribunale arbitrale della Federazione svizzera, la quale aveva reputato grave quando accaduto e aveva esortato la società a richiamare la donna. Inizialmente il Comitato del Club Pattinaggio Lugano aveva spiegato di non essere stato a conoscenza dei fatti, anche se un'email della giovane provava il contrario, poi aveva spiegato di essere pronta a dar seguito alle richieste del Tribunale (leggi qui).
Ieri il colpo di scena, con la decisione, che secondo una nota sarebbe stata presa di comune accordo, che "nell’interesse generale degli atleti, ed in particolare per permettere uno svolgimento regolare e sereno delle attività del Club, al momento compromesse dall’attenzione mediatica, e permettere di definire la situazione nel rispetto dei diritti di tutte le parti coinvolte, l’allenatrice momentaneamente non svolgerà la sua attività sul ghiaccio".