L’ex candidata socialista al Governo: “Il comunicato dei Verdi mi attaccava brutalmente e mi accusava di strizzare l’occhio agli ambienti economici facendo campagna, a loro dire, contro i ceti più deboli. Ma ora, dopo soli 7 mesi…”
di Amalia Mirante *
Con enorme piacere leggo che finalmente questo Cantone avrà un salario minimo; certo mi sarei augurata un po’ più di coraggio, ma sempre meglio di niente. Nel 2021, dopo ben 6 anni dall’accettazione del popolo, il salario minimo vedrà la luce (votazione del Parlamento permettendo).
La formula che ha trovato il consenso della maggioranza delle forze politiche (Lega, PS, PPD e Verdi) è quella di un adeguamento graduale. Si partirà nei primi due anni con una forchetta compresa tra 19.00 e 19.50 franchi all’ora; questo importo aumenterà nel tempo.
Esattamente la stessa proposta che ho avanzato io diversi anni fa e che ho portato avanti anche nella campagna delle elezioni cantonali 2019. Questa è sempre stata per me l’unica soluzione praticabile in questo Cantone, che avrebbe trovato l’accordo di tutte le parti. Certo non guarirà il mercato del lavoro, ma gli darà quanto meno una boccata d’ossigeno.
Ciò che mi ha stupita, è vedere che tra le parti che oggi hanno sottoscritto questo accordo c’è un partito, i Verdi, che il 12 febbraio 2019 in uno suo scomposto comunicato stampa intitolato “Mirante al cadreghino a scapito dei più deboli” mi attaccava ingiustamente perché portavo avanti una proposta che loro stessi 7 mesi dopo avrebbero sottoscritto.
Il comunicato stampa mi attaccava brutalmente e mi accusava di strizzare l’occhio agli ambienti economici facendo campagna, a loro dire, contro i ceti più deboli.
E rincaravano la dose dicendo che loro non avrebbero mai accettato un salario inferiore a 21.50 franchi e che si sarebbero battuti per questo obiettivo “senza giochetti di prestigio e operazioni di marketing elettorale”. Beh, a distanza di soli 7 mesi si vede oggi chi ha fatto del marketing elettorale solo per accaparrarsi qualche voto in più.
Il tempo è galantuomo. Oggi quella proposta viene sottoscritta dalle parti come unica via d’uscita dall’impasse. Non mi aspetto scuse. La mia soddisfazione dopo essermi battuta per anni per l’introduzione di un salario minimo finalmente vedrà la luce e, soddisfazione non da poco, con la medesima proposta e praticamente con le stesse cifre che avevano scatenato gli haters verdi. Gli elettori giudicheranno chi fa politica seriamente e chi fa marketing elettorale.
* economista