Il Consigliere di Stato commenta il verdetto che ha condannato il nostro Paese per inazione climatica e se la prende con coloro che in Svizzera hanno esultato: "Dove è andata a finire la fierezza di essere svizzeri?"
BELLINZONA - Continua a far discutere la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato la Svizzera per inazione climatica. Al dibattito si aggiunge oggi la voce di Norman Gobbi che, dalle colonne del Mattino della Domenica, critica duramente i giudici di Strasburgo ma soprattutto coloro che nel nostro Paese hanno esultato per il verdetto.
“Dove è andata a finire la fierezza di essere svizzeri? - Dov’è la consapevolezza di appartenere a una Nazione che è nata, che è cresciuta e si è sviluppata grazie al riconoscimento reciproco e al mutuo sostegno tra quattro culture e oggi tra 26 Cantoni. E alla certezza di essere unici. Non i migliori (forse anche!), certamente diversi, originali, capaci di sfruttare l’ingegno umano. Fieri delle nostre conquiste sociali e della nostra libertà. Della responsabilità individuale; della nostra neutralità e del nostro federalismo, oltre che dello spirito di milizia che ci caratterizza in molti ambiti. Così diversi tra un leventinese, un ginevrino, un abitante del Toggenburgo e uno zurighese, ma ugualmente fieramente svizzeri. Me lo chiedo quando una certa parte della popolazione che si riconosce nella “sinistra”, sostenuta massicciamente e clamorosamente dai media nazionali e locali, esalta, inneggia la “vittoria” contro il Consiglio federale per una decisione che giunge da una Corte europea, non da una elvetica”.
Quindi il Consigliere di Stato e coordinatore della Lega, entra nel merito della sentenza: “In buona sostanza la Svizzera non avrebbe messo in campo misure sufficienti per combattere il cosiddetto “cambiamento climatico”. È quasi una presa in giro, se pensiamo alla realtà di altre nazioni e regioni a noi vicine. Il Ticino, per esempio, subisce negativamente il grande inquinamento della Pianura padana, la regione più inquinata dell’intera Europa a causa anche del difficile riciclo d’aria poiché stretta tra Alpi e Appennini. Perché quindi viene condannata la Svizzera? Le misure introdotte da noi per diminuire il CO2 sono esemplari (e spesso provocano irritazione a molti cittadini, che giustamente si lamentano per leggi e regolamenti troppo invasivi della libertà, ma soprattutto che provocano costi). La riduzione dell’inquinamento delle acque è clamoroso se paragonato a quanto avviene in grandi città, ma pure in quelle realtà territoriali che più si avvicinano alla Svizzera. Questo ci fa comprendere che si tratta di una decisione politica: si picchia sulla Svizzera, non su Italia, Germania, Francia ecc. ecc. per raggiungere altri fini. E in tutto questo una parte dei nostri politici cosa fa? Salti di gioia!”.
“L’ho detto in apertura - termina Gobbi - l’atteggiamento di coloro che godono per una presa di posizione esterna contro la nostra Patria è pericoloso ed è indice di un cambiamento sociale in corso da alcuni decenni. L’immigrazione ha fatto e fa sicuramente la sua parte. Non possiamo solo prenderne atto, ma dobbiamo anche insistere sui valori fondanti della Svizzera, sulla difesa della nostra democrazia a sostegno delle nostre conquiste e libertà”,