La Consigliera di Stato socialista lascia intendere la sua contrarietà al pacchetto fiscale in votazione il 9 giugno: "In una situazione così difficile..."
BELLINZONA - Una risposta che balla sul delicato confine tra l'opinione politica personale e la collegialità di Governo, ma la cui interpretazione appare molto chiara. Marina Carobbio, ai microfoni di Modem sulla RSI, ha detto la sua sulla riforma fiscale in votazione il 9 maggio. Una votazione che il Partito socialista, che ha promosso referendum per affossarla, ha definito la madre di tutte le battaglie.
Una votazione che è “centrale per il futuro del nostro cantone”, ha premesso la Direttrice del DECS. “Ci vuole un equilibrio - ha aggiunto Carobbio - non solo per quanto riguarda le spese, ma anche sul fronte delle entrate sulla fiscalità. Con questo referendum si dirà se è giusto che si fanno degli sgravi ai più ricchi. In una situazione così difficile, a mio parere, mi sembra chiara la risposta. Bisogna tener conto anche delle entrate e del ruolo della fiscalità per ridistribuire la ricchezza”.
Ma queste parole - l'hanno incalzata i colleghi - sono da intendersi come un invito a respingere il pacchetto fiscale voluto dal Consiglio di Stato e dalla maggioranza del Gran Consiglio? Ecco la risposta: "Non ho mai nascosto che ritengo la fiscalità un mezzo importante per garantire allo Stato la possibilità di intervenire, ad adempiere ai suoi compiti e a ridistribuire la ricchezza”. Valori e impegni che “continuano ad esserci anche all’interno del Consiglio di Stato”.
Nel corso dell'intervista Modem, la Consigliera di Stato socialista ha anche gettato uno sguardo sul preventivo 2025, dove si annunciano nuovi tagli: “Come Governo abbiamo una responsabilità, che è quella, chiaramente, di far sì che ci sia una gestione finanziaria che permetta allo Stato di funzionare e anche di intervenire sulla spesa. Però questo non vuol dire toccare dei settori che sono sensibili, come l’educazione, la sanità e la socialità e metterli a rischio. occorre definire delle priorità e di questo ne ho parlato anche con i miei colleghi”. Priorità che per Carobbio sono “l’attenzione a chi fa fatica, quindi ai più deboli, ma anche al ceto medio che è sempre più sotto pressione”.