L'affondo della rappresentante dei Verdi: "Chi è abusato lo è anche da chi, avendo la veste giuridica per fare chiarezza, non è all’altezza del proprio compito e si lascia trascinare in meschine scaramucce partitiche"
BELLINZONA - "Chi è abusato lo è anche da chi, avendo la veste giuridica per fare chiarezza, non è all’altezza del proprio compito e si lascia trascinare in meschine scaramucce partitiche". Sono parole forti, le ennesime che volano in questi giorni sul tema, quelle della granconsigliera dei Verdi Samantha Bourgoin, sul caso della mancata CPI sugli abusi al DSS.
"Ho partecipato ai lavori di preparazione della Commissione d’inchiesta per rafforzare la tutela da abusi e molestie, tutela a favore delle donne e degli uomini che lavorano per noi, per il nostro Stato. Perché siamo noi per primi a dover dare l’esempio. Il buon esempio", scrive.
"Nel mio discorso dico che il problema dell’abuso sessuale nella nostra società è che, oggi, chi viene abusato, è abusato tre volte: dall’aggressore, da chi nasconde tutto garantendo l’impunità e da chi la giudica una semplice ragazzata. Mi sbagliavo… chi è abusato lo è anche da chi, avendo la veste giuridica per fare chiarezza, non è all’altezza del proprio compito e si lascia trascinare in meschine scaramucce partitiche. Per paura di farsi manipolare? Per paura di ledere le vittime invece di tutelarle? Per non cedere alla tentazione di partecipare ad una “caccia alla streghe”? Forse", attacca.
"Di certo in aula non ha vinto la dignità, né delle vittime, né del lavoro parlamentare. Per fortuna oggi anche il cielo ha pianto … (riferendosi ala pioggia, ndr)"-