La consigliera comunale torna ad attaccare il democentrista a causa della doppia carica di Consigliere agli Stati e Municipale. "Gli ho chiesto di spiegarmi come farà. Ammiro il suo impegno ma nessuno ha il dono dell'ubiquità"
LUGANO - Natalia Ferrara torna alla carica contro Marco Chiesa, reo a suo avviso di avere fatto incetta di cariche, aggiungendo a quella di Consigliere agli Stati quella di Municipale di Lugano, chiedendogli di prendere una decisione. Una scelta che, in caso di difficoltà, è pronta a fare anche lei: lascerebbe il Gran Consiglio per dedicarsi a Lugano, città dove è stata appena eletta in Consiglio Comunale.
In arrivo dalla sezione momò, dove ha vissuto sino a pochi mesi fa, è stata la più votata del suo partito, nonostante quella che definisce "una campagna col freno a mano tirato", perchè temeva un pessimo risultato alle urne e che quindi alcuni uscenti potessero essere scalzati da lei, un volto comunque noto nella politica ticinese. Così non è stato e Ferrara è stata designata quale capogruppo, in una riunione iniziale dove, non nasconde, c'è stata "una discussione franca", ha detto in una lunga intervista a La Regione, di cui si è parlato nella puntata di questa mattina di Liscio e Macchiato, con ospite Jacopo Scarinci: guarda qui)
Il ruolo del Legislativo è a suo dire fondamentale e il PLR deve "farsi sentire" difendendo i valori liberali e radicali. "Uno dei problemi del PLR luganese è che dopo un sindacato importante e imponente come quello di Giorgio Giudici, nonostante altre figure di primo piano, si è man mano spariti dalla scena politica. Bisogna ricostruire, un pezzo alla volta, una persona alla volta, un voto alla volta. Possiamo farcela, ne sono convinta".
Se parla di spirito comune e di coesione, non risparmia critiche ai Municipali del suo partito, che non hanno voluto seguire l'indicazione del presidente Morel e dunque tornare a gestire il Dicastero Finanze, andato invece a Marco Chiesa. In campagna elettorale, Ferrara aveva parlato spesso di lui, accusandolo di volere troppe cariche (in cui includeva il ruolo di sindaco) a scapito della politica di milizia. E non ha cambiato idea, anzi. "Ho incontrato Chiesa alla cerimonia di insediamento del Municipio al Lac, ci siamo stretti la mano e gli ho chiesto di spiegarmi come farà. Me lo chiedo da cittadina, da professionista, da mamma con due bambini piccoli. Da un lato ammiro il suo impegno, dall’altro è evidente che nessuno ha il dono dell’ubiquità. Dove mancherà? Al Consiglio degli Stati o a Lugano? Quale sarà l’effettivo tempo, energie e contributo che potrà dare alla Città?", ha incalzato.
"In generale, l’accumulo di cariche di rilievo è problematico, già solo perché mina il valore della milizia. La milizia è per me come la libertà, viene data per acquisita ma così non è. Sempre più politici professionisti e sempre meno professionisti in politica, ossia sempre meno persone che – seppur elette – mantengono un impegno lavorativo fuori dalle stanze dei bottoni. Sono convinta che più i politici si allontanano dal mondo del lavoro, da una quotidianità che ci accomuna tutti, più fanno fatica a mettere a fuoco i problemi e fissare delle priorità nell’azione politica. Le assenze dei municipali, a differenza di quelle dei consiglieri comunali, non vengono pubblicate. Tuttavia, la Città ha già dei precedenti di municipali impegnati anche a Berna, Quadri per esempio coniuga da tanti anni le due attività politiche. L’impegno del Consiglio nazionale è minore di quello agli Stati. In ogni caso, mi auguro che Chiesa saprà ripagare la grande fiducia dell’elettorato con una presenza incisiva. E sarà ancor più complicato, considerato il precedente di Michele Foletti, che ha fatto un grande lavoro", ha proseguito.
Dunque, a suo avviso, Chiesa dovrebbe scegliere Lugano, se le due cariche diventassero di difficile conciliazione. Come è decisa a fare lei: "L’ho già comunicato al gruppo Plr, laddove dovessi trovarmi in difficoltà lascerei il Gran Consiglio, dove siedo già da nove anni, non il Cc, per il quale ho appena assunto un impegno".
Infine, sempre relativamente a Chiesa, non ritiene che il caso Ticino Consult, dove la fiduciaria del Municipale, di Marchesi e di Pasi era stata accusata di violare la legge perchè non aveva in organico un fiduciario, lo renda non compatibile con la carica (era stata una firmataria dell'atto parlamentare per far luce su quanto successo). Ma per quanto concerne i numerosi impegni, è diverso.