Il sindaco di Bellinzona sottolinea come adesso, per scelta delle strutture comunali, si fa il tampone a chi torna dalle ferie all'estero, anche in paesi non a rischio: così sono stati isolati due dipendenti positivi e asintomatici
BELLINZONA – Le morti alla casa anziani di Sementina sono state numerose e hanno destato più di una polemica e di un sospetto (come anziani che mangiavano assieme quando il virus circolava già, stessa cosa per le visite dei parenti). Il dolore, a qualche mese di distanza, resta, così come la consapevolezza che da quell’esperienza si è imparato parecchio.
Ne parla il sindaco di Bellinzona Mario Branda al Corriere del Ticino, nell’ambito di un’intervista più ampia. “È molto triste e posso solo immaginare il dolore di tanti familiari. Non me la sento però di addossare colpe a qualcuno, né invero questo è compito del Municipio”, ha spiegato, lodando l’impegno dei dipendenti di tutte e quattro le case anziani gestite dalla Città. Nelle altre tre strutture non ci sono stati problemi.
“So poi che oggi, appena vi è un caso sospetto, si fa il tampone. Non era così nel mese di marzo né, va detto, allora vi erano indicazioni in questo senso dalle autorità federali o cantonali”, ha sottolineato Branda.
Che poi ha voluto render nota la strategia adottata ora: “Per decisione autonoma della nostra direzione vengono sottoposti a tampone i collaboratori che tornano dalle vacanze estive all’estero, anche se non si tratta di Paesi a rischio. Una prassi che ha permesso di individuare due dipendenti positivi al coronavirus, asintomatici, e posti in isolamento prima del rientro al lavoro”.