Stefan Meierhans era ospite d’onore della conferenza organizzata ieri sera dalla Clinica Luganese. Mauro Baranzini: "Svizzera al top mondiale, ma i costi continuano a salire"
LUGANO - La Svizzera è il miglior posto in cui nascere e crescere fino a 18 anni. Ed è il Paese in cui si vive più a lungo. In Ticino la speranza di vita è addirittura superiore di un anno a quella nazionale. Ma la sanità costa sempre di più. Siamo secondi al mondo, dopo gli Stati Uniti, per spesa in rapporto al prodotto interno lordo. E la spesa sanitaria in Svizzera è triplicata tra il 1960 e il 2015, gravando sempre di più sui bilanci delle famiglie. Un altro dato allarmante: da quando è stata introdotta la LAMal, vale a dire dal 1996, la crescita dei costi e dei premi ha superato di cinque volte quella dei salari.
Un paio di altre cifre: nel 2017 la spesa sanitaria totale è stata di 82,8 miliardi, 816 franchi pro capite al mese e i costi a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria sono stati di 32 miliardi.
Ieri sera alla Clinica Luganese Moncucco il presidente del Consiglio di amministrazione, l’economista Mauro Baranzini, ha presentato alcuni dati basati su parametri e confronti internazionali. Ha iniziato con le buone notizie (il sistema Svizzero è al top), poi ha messo in luce quelle “cattive”: i costi in continua e irrefrenabile crescita.
Ha chiuso il suo intervento ricordando che la Clinica che presiede “si impegna storicamente a mantenere i costi sotto la media nazionale e garantisce ai pazienti un ottimo rapporto qualità-prezzo, come ha confermato l’anno scorso Mister Prezzi”.
E proprio il sorvegliante dei prezzi, al secolo Stefan Meierhans, era ospite d’onore della conferenza organizzata dalla Clinica. La domanda a cui ha cercato di rispondere era: come frenare la crescita dei costi.
Perché, ha detto, “il grande pericolo è che il nostro meccanismo di finanziamento sanitario, fondato sulla solidarietà fra giovani e anziani, possa crollare. Se non interveniamo urgentemente, il sistema dell’assicurazione sociale contro le malattie rischia di andare a fondo”.
Meierhans ha fatto parte del gruppo di 14 esperti istituito dal ministro Alain Berset e presieduto dall’ex consigliera di Stato zurighese Verena Diener che due anni fa ha consegnato un rapporto articolato in 38 misure per frenare la crescita dei costi.
“Il problema principale del sistema attuale – ha spiegato - sono i falsi incentivi, che tendono ad aumentare il volume delle prestazioni mediche finalizzate più a realizzare utili che a curare”.
Secondo Mister Prezzi occorre dunque ridurre le tariffe degli interventi medici se questi superano un certo numero, che va stabilito in base a raffronti intercantonali e internazionali. Un tema complesso, certo. Ma secondo Meierhans la soluzione per contenere i costi è proprio introdurre un sistema di tariffe flessibili, riducendo la remunerazione di una prestazione medica quando il numero di interventi supera una determinata soglia. Obiettivo: premiare medici e strutture sanitarie che forniscono prestazioni di qualità con criteri di economicità.
Tra le misure indicate dal gruppo di esperti per contenere i costi c’è anche la “revoca del principio di territorialità”. “Dobbiamo aprire i mercati e affrontare la concorrenza – ha spiegato -. La gente non capisce per quale motivo i medicamenti acquistati in Svizzera vengono rimborsati dalla cassa malati mentre quelli comprati in Italia, che costano fino al 70% in meno, non vengono riconosciuti. Non è un principio liberale”.
Secondo Meierhans occorre introdurre un sistema diverso di remunerazione delle prestazioni dei farmacisti, valorizzando il loro ruolo di consulenza ai pazienti, ma non più basato su prezzi gonfiati dei medicamenti generici, che oggi costano mediamente il doppio rispetto all’estero. Insomma, secondo Mister Prezzi le casse malati devono pagare anche i medicinali acquistati oltre confine. Occorre inoltre introdurre un sistema di prezzi di riferimento per i farmaci il cui brevetto è scaduto. Queste misure hanno un potenziale di risparmio di 350-400 milioni di franchi all’anno.
Meierhans ha parlato anche di trasparenza: le casse malati, ma non solo, tutti gli attori del sistema sanitario devono essere più trasparenti, “che è sempre un bene, a tutti i livelli”.
Mister Prezzi non crede invece che sciogliere le riserve in eccesso delle casse malati (un tema sul quale il Dipartimento diretto da Raffaele De Rosa ha presentato un’iniziativa cantonale), possa essere determinante per contenere i costi a carico dei cittadini. “Liberare questi importi potrà avere effetto sui premi per un anno, ma le soluzioni vanno trovate a medio-lungo termine”. Nemmeno la creazione di una cassa malati pubblica è, secondo Meierhans una soluzione che risolverebbe il problema del costante aumento dei costi sanitari.
Alla domanda: quanto conta politicamente la sua opinione?, Mister Prezzi ha risposto: “Non lo so, bisognerebbe chiederlo ad altri. Ma sono comunque contento di aver fatto parte del gruppo di esperti che ha proposto il pacchetto di misure al Consiglio federale”.