POLITICA E POTERE
Guerra del LAC, il PLR di Lugano "molla" Roberto Badaracco: "Ci distanziamo dall'Ente autonomo"
Boris Bignasca si allinea a Marco Borradori e rincara la dose: "Questi signori fanno il piacere di andare in Municipio, prima di giocare con i soldi dei contribuenti"
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LUGANO - La guerra del LAC, che vede contrapposti Daniele Finzi Pasca e i vertici del Centro culturale, infiamma la politica cittadina. La decisione dei vertici dell’Ente autonomo che gestisce la struttura di sottrarsi all’incontro convocato dal Municipio (a cui invece il regista aveva aderito), sta alimentando una polemica nella polemica. 

Ieri Marco Borradori non le ha mandate a dire, criticando duramente la dirigenza del LAC. E stamane, a sorpresa, è giunta la presa di posizione del PLR di Lugano, il quale ha preso le distanze “dall’atteggiamento sbagliato” dall’Ente autonomo, che è presieduto dal municipale liberale radicale Roberto Badaracco.  

“Il rifiuto di sedersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione a delle divergenze - scrive il partito - non è mai un segnale positivo nei confronti dei cittadini. Uno dei principi fondamentali della cultura è il confronto, la ricerca di dialogo e il rispetto delle opinioni altrui anche quando tutto sembra inconciliabile”. 

Dopo aver “mollato” Badaracco, il PLR lancia una stilettata anche contro Borradori: “In un momento così delicato ci interroghiamo anche sull’autorevolezza del sindaco di Lugano, che si era preso l’onere di far sedere le parti al tavolo delle discussioni. Di parole se ne sono sentite tante, i fatti stanno a... zero”.

Il caso Finzi Pasca fa discutere anche nella Lega luganese. Il capogruppo in Consiglio Comunale Boris Bignasca, che negli scorsi giorni si era già schierato a favore del regista,  si allinea alla posizione del sindaco, rincarando la dose: “Il LAC non è di Gagnon, non è del consiglio direttivo e nemmeno del direttore di LuganoinScena. Quindi i signori fanno il piacere di andare in Municipio e poi in consiglio comunale, prima di giocare con i soldi dei contribuenti, che ricordiamo hanno pagato 250 milioni per il gioiellino LAC e che sborsano ogni anno altri 5 milioni al suddetto ente. Senza poi calcolare i sussidi milionari agli altri enti connessi. È ora dunque di trovare una soluzione ragionevole con Finzi Pasca, che in mezzo a tutto rappresenta comunque un’eccellenza locale ed internazionale. E basta con i comunicati stampa fatti da funzionari che sono pagati per far funzionare le cose e non per distruggerle”.

Più critica nei confronti del regista ticinese, la posizione del municipale leghista Lorenzo Quadri: “Lo scontro tra primedonne Finzi Pasca vs LAC continua a tenere banco. Il crescendo di comunicati e controcomunicati sta assumendo toni da "Guerra dei Roses". Francamente la faccenda comincia a stufare. Non ci voleva il Mago Otelma per prevedere che la proposta di utilizzare la fatiscente torretta della funicolare - costi di risistemazione ed adattamento a carico del contribuente - quale sede di rappresentanza per la compagnia Finzi Pasca fosse, per dirla con un eufemismo, deboluccia (Fantozzi avrebbe usato un'altra espressione), e che quindi sarebbe stata declinata. L'altra proposta, assai più percorribile, sono gli spazi al central park. Se non va bene nemmeno questa, è difficile immaginare quale altro "margine di manovra" possa avere il municipio. Si sopraeleva il LAC? Con quello che è costato il complesso del polo culturale, è grottesco che non si trovi uno spazio per Finzi Pasca, ma non ci vuole molta fantasia per immaginare che il tema non è solo logistico, ma legato a chi mena il torrone al polo culturale. Comunque, il municipio non può continuare a discutere per ore, ad arrampicarsi sugli specchi ed a prodursi in esercizi contorsionistici che nemmeno al Cirque du Soleil nel tentativo di mediare, se gli spazi per una mediazione non ci sono (più). Il LAC è Ente autonomo; l'autonomia va di pari passo con l'assunzione di responsabilità. Personalmente, comunque, non sono abituato a farmi ricattare. E non mi va nemmeno bene che il municipio si porti a casa colpe non sue”.

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